Eseguire soffocamenti o strangolamenti è un’Arte sottile che richiede molta più attenzione ai dettagli di altre pratiche nel Judo. Ancora la maggior parte dei testi sul Judo fanno poco per chiarire punti precisi dove applicare tali tecniche agli studenti coscienziosi, molti dei quali credono che una qualsiasi pressione sul collo dell’avversario sia un buon strangolamento. Ad esempio, la descrizione generica delle tecniche di soffocamento su “Kodokan Judo” di Jigoro Kano è la seguente: "Usare le proprie mani, braccia o gambe con il colletto e il bavero dell’avversario per applicare una pressione al suo collo o alla sua gola". Questo eccellente dettagliato manuale di Judo non identifica “dove” la pressione debba essere applicata sul collo e neppure quello che è l’obbiettivo di maggiore importanza di queste tecniche, che è sottomettere un avversario violento provocandogli un temporaneo stato di incoscienza. Nella pratica del Judo i tre modi basilari di soffocare o strangolare un avversario, applicabili singolarmente o in combinazione tra loro, sono:
a) Comprimere le arterie carotidi su uno o entrambi i lati del collo, limitando il flusso del sangue e dell’ossigeno al cervello.
b) Comprimere la trachea bloccando o limitando il flusso dell’aria ai polmoni.
c) Compressione del busto e dei polmoni per impedire all’avversario di respirare correttamente (spesso usato durante le tecniche di bloccaggio).