lo pratica diligentemente.
Quando un uomo medio apprende del Tao,
lo pratica qualche volta e spesso lo ignora.
Quando un uomo inferiore apprende del Tao,
scoppia a ridere.
Se non ne ridesse, non sarebbe il Tao.
seishindojo |
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Quando un uomo saggio apprende del Tao, lo pratica diligentemente. Quando un uomo medio apprende del Tao, lo pratica qualche volta e spesso lo ignora. Quando un uomo inferiore apprende del Tao, scoppia a ridere. Se non ne ridesse, non sarebbe il Tao.
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Angelo Carlino, Maestro di Aikido 4° Dan che segue da vicino il M° Masetti, ha lasciato tra i commenti del blog del M° Daniele Bevivino, alcuni spunti di lavoro per affinare la sensibilità (tutta!) utilizzando il Jo, ovvero il bastone che si usa nella pratica dell'Aikido. Di seguito è riportato l’intervento di Angelo, leggermente editato dallo stesso Daniele. L’articolo originale risale a febbraio 2008, e viene riproposto così come ppubblicato allora e riporta quindi le esperienze e le opinioni degli autori all’epoca della redazione dello stesso. (NdR) Questi esercizi si possono fare sempre, anche da soli e come una sorta di riscaldamento dei sensi. In piedi in posizione naturale e rilassata, cominciamo a far scorrere il jo tra le mani, senza che queste staccandosi interrompano il contatto con il bastone. Ad esempio, tenendo il jo inclinato sul nostro lato sinistro ed in alto, cominceremo a far scorrere la mano sinistra sino all'estremità, seguita dalla destra per poi ritornare verso il basso. Questo maneggio comincerà a farci prendere confidenza con il bastone e ci aiuterà a visualizzare le sue dimensioni e limiti. Successivamente possiamo fare la stessa cosa, facendo girare il jo, cercando comunque di far sormontare le mani ma senza perdere il contatto. Nei Wai Xiang He (nèi wài xiāng hé, Nei wai hsiang ho, 内外相合) Armonizzare la parte esterna con quella interna Nella pratica del Tai Chi Chuan uno degli obbiettivi principali è favorire lo sviluppo dell’energia spirituale (Shen), tanto che un detto afferma che: “Lo spirito è il comandante e il corpo è il servitore” cosi se sviluppiamo il nostro spirito i nostri movimenti diverranno naturalmente agili. Per quanto a volte la pratica possa sembrare complicata, le posture da assumere non sono altro che un susseguirsi di posizioni “vuote” e “piene”, di aperture e chiusure. Quando si parla di “aperture” o “chiusure”, non bisogna limitarsi a controllare le posizioni di mani e piedi, ma deve essere coinvolta anche la mente e lo Spirito, che deve “dirigere” l’azione. Quando riusciamo a far diventare una unica unità “interno” ed “esterno”, allora il nostro lavoro potrà dirsi riuscito. Shang Xia Xiang Sui (shàng xià xiāng suí, Shang hsia hsiang sui, 上下相随) Coordinare la parte inferiore del corpo con la parte superiore Coordinare (Sui) tutte e due (Hsiang) le parti del corpo, ovvero far si che la parte superiore del corpo (Shang) si muova in sintonia con quella inferiore (Hsia), e viceversa. Si tratta di uno dei principi più noti del Tai Chi Chuan, e senz’altro di uno dei primi al rispetto del quale viene ammonito chi si accosta alla pratica dell’Arte. Da questo principio si sviluppa un altro noto ammaestramento, ovvero quello che insegna che: “La forza interna (Chin) ha la radice nei piedi, si sviluppa nelle gambe, è controllata dalla vita e si manifesta nelle dita delle mani". Ogni parte del corpo deve muoversi in sincronia con le altre, e quando le mani, il bacino ed i piedi si muovono insieme, anche gli occhi seguono l’azione. Se anche una sola parte del corpo si muove in maniera disordinata, il risultato sarà una azione confusa e disordinata. (Traduzione ed adattamento di “Origins of the Aiki Jo” di Jason Wotherspoon) Jason Wotherspoon ha riassunto le opinioni più accreditate relative all’origine dell’Aiki jo che interesserà i lettori interessati alle radici storiche delle tecniche di Aikido e armate. L’articolo è stato pubblicato sul forum di Aikido Journal, ricevendo circa 17.000 visite in due anni, a testimonianza di quanto l’argomento sia ben aldilà dal potersi considerare concluso. Per quanto lontano posso vedere, sono rimaste cinque linee di indagine che meritano di essere seguite, se non per giungere ad una risposta conclusiva sull’argomento, quantomeno per chiarire alcune ipotesi. la prima è che, come citato in un recente post su E-Budo che pare che O’Sensei Ueshiba Morihei non abbia studiato null’altro (o comunque nulla in maniera approfondita e costante) se non Daito Ryu, oltre ad aver osservato qualche istruttore di Kashima Shinryu per un paio di anni. Ellis Amdur ha affermato di aver trovato poche somiglianze tra lo Aiki-jo e il Kashima Shinryu Bo jutsu, cosicchè questo porta a concludere che ciò che O’Sensei ha imparato il jo/bo jutsu solo da Takeda Sokaku sensei. Questa ipotesi dovrebbe però essere confermata comparando la pratica delle due discipline, confrontando un praticante esperto nel buki waza dell’Aikido di Iwama con un altro esperto della pratica armata della Daito Ryu. |
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Marzo 2017
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