Fu Qingzu, un monaco esperto anche lui nelle arti marziali, viene a conoscenza del piano di Vento di fuoco e con l'aiuto dei due giovani Wu Yuanyin e Han Zhibang si reca a chiedere consiglio al vecchio saggio Bagliore nell'ombra, un Maestro di spada che vive sul Monte Paradiso insieme ai suoi quattro discepoli. Il vecchio saggio decide di aiutare i tre guerrieri e oltre a donargli le sette spade più preziose che abbia mai forgiato ordina ai suoi allievi di prendere parte alla spedizione. Inizia così l'avventura della compagnia delle 'Sette Spade'.
Gli ingredienti classici ci sono tutti: i buoni e i cattivi, le guerre e la vendetta, l’amore e la morte, le acrobazie ed i paesaggi mozzafiato; quello che manca è forse la mano sapiente di un cuoco che li sappia unire con perizia per sfornare un gustoso manicaretto, pur non escludendo a priori la possibilità che siano le nostre papille gustative, abituate a pietanze dal gusto più ruspante, a non essere in grado di apprezzare questo prodotto da “nouvelle cousine”.
Il film comunque merita almeno una visione, e probabilmente necessita di essere metabolizzato con calma per essere apprezzato al meglio di quanto possa offrire; non si tratta di un capolavoro, questo è evidente, ma sicuramente se mettiamo da parte per un attimo (o meglio, per almeno tre ore...) la sfilza di cult-movies che vanno da “I sette samurai” di Kurosawa a “Il mucchio selvaggio” di Peckinpah, passando per il Sergio Leone de “I magnifici sette”, per il “Guerre stellari” di Lucas e per “Il signore degli anelli” di Jackson e se ci impediamo di notare qualche analogia di sfondi e personaggi con videogiochi alla “Final Fantasy” potremo gustarci questo spettacolone visivamente travolgente in cui Tsui Hark lavora sulla velocità, sui dettagli, sull'iperbole, con movimenti di macchina spiazzanti, personaggi che entrano o escono di scena da un angolo imprevisto rimettendo in gioco tutto, la storia, le sue regole, lo spazio e il tempo del racconto frammentato e distorto in una cascata di flashback.
In sintesi, se non un capolavoro d’artista, sicuramente un onesto prodotto di artigianato cinematografico.