Prezzo: € 8,00
Editore: Adelphi
Pagine: 108
EAN: 9788845901775
A parere di chi scrive, questo libro sarà probabilmente uno dei più venduti di questa collana della Adelphi, insieme al “Siddharta” di Herman Hesse. Il libro, di appena un centinaio di pagine, è il resoconto di come l’autore, professore tedesco di filosofia desideroso di comprendere quanto piú possibile della cultura e dell'animo giapponesi, recatosi nel 1924 presso la Università Imperiale di Sendia per tenervi dei corsi cerchi di essere introdotto allo Zen. Nei suoi primi tentativi di approfondire a Herrigel viene opposto un cortese quanto netto rifiuto e solo dopo notevoli insistenze viene presentato ad un maestro di Kyudo, l’arco giapponese. Iniziando la pratica l’autore si scontra con difficoltà impreviste e imprevedibili: i gesti più semplici quali respirare, tendere un’arco, scoccare una freccia, si dimostrano quasi impossibili, gettandolo nello sconforto anche a causa dell’enigmatico comportamento del suo istruttore, che gli mostra ripetutamente il gesto da compiere senza fornirgli alcuna spiegazione.
Pur non essendo un testo specificatamente indirizzato ai praticanti di arti marziali (e non potrebbe essere diversamente, vista la data di pubblicazione) pure “Lo Zen e il tiro con l’arco” permette a chi abbia una certa pratica di tatami di meglio comprendere alcuni concetti: il già citato mu-shin, lo zan-shin, il non confondere il fine con il mezzo, la fondamentale importanza dei kata e la modalità tutta orientale con cui un Maestro addestra un discepolo, mostrando molto e spiegando poco, in modo che l’allievo maturi la perizia nei tempi e modi suoi propri.
Ancora oggi, a più di cinquanta anni dalla sua pubblicazione, questo libro è una tappa fondamentale per chi si interessa alla cultura giapponese ed alle arti marziali.