Pubblicazione: 01/2009
Numero di pagine: 144
ISBN: 8861480527
PREZZO: € 15,00
Ci sono libri che non è necessario leggere ma che è indispensabile scrivere, e questo credo faccia parte di quest’ultima categoria. Lo si percepisce sin dalle prime pagine, dall’urgenza delle parole e dalla insufficienza del senso che l’Autore non riesce a colmare, non per sua incapacità ma perché di determinati argomenti non si può, e forse non si deve, scrivere. Pure, questo è un libro che andrebbe letto e riletto, aperto a caso per essere sorpresi, centellinato assaporando ogni parola che scorre sulla pagina bianca come sudore sulla pelle durante un intenso addestramento. Un libro retorico, forse; esagerato in tanti punti, senza dubbio; ma un libro scritto da chi (e per chi) retorica ed esagerazione un po’ se le può permettere perché ha pagato, paga e pagherà lo scotto di questo lusso dell’anima. Agli altri apparirà forse tronfio e borioso, esaltato e fuori dal tempo, ed è giusto che così sia, perché un tesoro è tale anche perché sono pochi coloro disposti a sudare e rischiare per scoprirlo.
L’importante è esserne consapevoli, è sapere che la via più facile è spesso quella che porta meno lontano, che non sempre il talento supplisce alla determinazione e che – insomma – di praticare arti marziali non lo prescrive il medico (anzi, spesso le sconsiglia vivamente) e quindi se ne può fare a meno e vivere tranquilli tra televisione e sofà, ignorando la soddisfazione e l’impegno che proviene da quella che è “una lotta terribile, che bisogna vincere essendo artisti” (pag. 12). Con buona pace di coloro che coltivano il loro miserrimo moralmente quanto proficuo economicamente orticello di allievi, sostenendo di detenere la Verità con la iniziale maiuscola, il volume parla di arti marziali orientali discutendo di Occidente, mostra che l’alabarda cinese e l’arco di Ulisse han più similitudini che contatti, e che una aggraziata praticante cinese di spada nasconde nelle movenze da libellula lo stesso spirito risoluto che muove la sciabola dei cosacchi e le estoques spagnole, unendo in un mondo parallelo aldilà di spazio e tempo gli archetipi di una affascinante comunità.