Immagini di alcuni momenti del campionato europeo TCFE svoltosi a Lignano ad inizio dicembre, raccolte e montate da Paolo Scarpa.
IMMAGINI ED EMOZIONI DEL VI° CAMPIONATO EUROPEO TCFE 7-9 DICEMBRE 2012-12 LIGNANO SABBIADORO12/27/2012 Immagini di alcuni momenti del campionato europeo TCFE svoltosi a Lignano ad inizio dicembre, raccolte e montate da Paolo Scarpa.
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(Traduzione e adattamento dell’articolo disponibile online in http://www.e-budokai.com/hibuki/yawara.htm) Molte delle Arti marziali classiche giapponesi che impiegano armi sono state originate da niente di più che dall’adattamento alle necessità di combattimento di tecniche ed attrezzi di uso comune da parte dei contadini durante l’era feudale. Essendo proibito per legge ai cittadini il portare spade come i samurai, questi adottarono frequentemente armi alternative per la loro difesa personale. Questo spesso includeva l’uso creativo di oggetti comuni che potevano essere impugnati. Questi erano spesso chiamati “mijikimono”, che letteralmente può tradursi come “oggetto piccolo, disponibile, pronto all’uso”. Pipe da tabacco, coperchi di recipienti e perfino spilloni decorativi per capelli erano usati per scopi di autodifesa. Le scuole di jujutsu spesso compresero nel loro curriculum l’impiego di armi facilmente facilmente celabili nell’abbigliamento, chiamate “hibuki”, termine che può essere tradotto come “arma segreta” o “arma nascosta”; una tra le più popolari fu sicuramente lo “yawara-bo”, a volte indicato semplicemente come yawara. Il kanji “yawara” significa “flessibilità” oppure “allontanare”; lo stesso kanji si può pronunciare come “ju” nei termini come “judo” o “ju-jutsu” mentre “bo”, il secondo kanji, significa semplicemente “bastone”. Edizione: 2006, 126 pagine, brossura Traduttore: Origlia L. Editore : Feltrinelli (collana Universale economica) Yukio Mishima era convinto che la verità può essere raggiunta solo attraverso un processo intuitivo in cui pensiero e azione si trovano uniti. Questa filosofia di vita gli derivava dal pensiero di Wang Yang Ming (1475-1529) e dall'etica dei samurai che a esso si ispirava. L'ideologia dei guerrieri antichi era, per Mishima, l'essenza stessa della giapponesità, della sua natura più vera. Alla fine degli anni sessanta, egli risolse o credette di risolvere i dilemmi esistenziali, che aveva rappresentato nei suoi romanzi, con una scelta para-militare: contrapponendo il linguaggio della carne al linguaggio delle parole. Il primo fine settimana di dicembre è stata una data importante per il panorama marziale italiano ed europeo; con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Selvazzano Dentro e l’organizzazione della Wudang Fu Style Federation (WFSF) diretta dal M° Severino Maistrello, si è svolto da 7 al 9 dicembre 2012, a Lignano Sabbiadoro, il VI° Campionato Europeo TCFE di Tai Chi Chuan e Arti Marziali Interne. Nonostante la difficile congiuntura economica e la pletora crescente di meeting, l'evento è stato un grande successo ed è stato molto apprezzato da tutti i presenti. Nel bellissimo Palazzetto della GE.TUR. si sono confrontati in 800 gare oltre 350 atleti, in rappresentanza di 48 squadre provenienti da Italia, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Belgio, Germania, Croazia, Serbia, Bulgaria, Russia, Lituania, Mongolia, Austria, Svezia , Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svizzera. Senza solide basi, nessun edificio sta in piedi. http://store.aikidojournal.com/video-morihiro-saito-demonstrates-tai-no-henko-subtitled/
(Uno specchio cristallino riflette la verità) Se una persona agisce in modo disonorevole o trama qualcosa di cattivo, lo specchio di questo spirito rifletterà questo stato d’animo. In nessun altro luogo lo specchio lo riflette così chiaramente come in una comunità di Budo. I praticanti di arti marziali devono impegnarsi ad avere uno stato d’animo sincero. Talvolta può apparire che nella vita sia più facile essere disonesti, specie se si pensa che nessuno se ne accorga. Invece chi agisce in questo modo perde il rispetto di sé stesso ed il suo onore. L’avidità, l’egocentrismo e l’egoismo sono grandi ostacoli sulla Via, ed in nessun posto emergono più chiaramente che in una comunità di Budo. (Traduzione ed adattamento di “Uchidachi & Shidachi” di Nishioka Tsuneo, disponibile presso http://koryu.com/library/tnishioka1.html) L’articolo seguente è la traduzione di un capitolo del libro di Nishioka Tsuneo intitolato “Budo-teki na Mono no Kangaekata: Shu, Ha, Ri” (Budo Via del Pensiero: Shu, Ha, Ri). La traduzione dal giapponese è spesso problematica a causa della ambiguità propria dello stile tradizionale di scrittura dei saggi nipponici. Con l’obbiettivo di chiarire le idee dell’autore e di presentare al meglio il suo pensiero, il testo originale è stato arricchito con una serie di conversazioni personali avute con altri autori, con lo scopo di trasmettere la sensazione dell’insegnamento trasmesso dal maestro al discepolo. Si noti che in questo articolo i suffissi –do (Via) e –jutsu (abilità o pratica) sono usati nella accezione giapponese, che non fa una distinzione netta e precisa tra i due termini. In particolare l’autore non ritiene che questi rappresentino due entità separate, quanto differenti aspetti di una singola realtà, che viene a volte definita Budo, altre volte Bujutsu, percui quando nell’articolo seguente varrà impiegato l’uno o l’altro termine, questo dovrà intendersi come comprensivo sia della definizione relativa tanto alle arti classiche (Ko Ryu) quanto a quelle moderne (Gendai Budo). L’articolo comincia con una disanima del concetto giapponese di “Rei”, termine che presenta una notevole difficoltà di traduzione; anche se infatti può essere tradotto come “decoro”, “etichetta”, “cortesia”, “educazione”, nessuno di questi termini corrisponde completamente al concetto giapponese, così si è preferito lascialo non tradotto, immaginandolo come la qualità e l’essenza delle corrette relazioni tra individui. Diane Skoss (traduttrice) ------------------------------------------------------------------------ Il cuore del bujutsu è il “rei” ed è responsabilità dell’insegnante trasmettere questo concetto agli allievi. Se ciò non avviene, questi ultimi possono tenere comportamenti scorretti e perdere il vero significato dell’addestramento. Sfortunatamente, al giorno d’oggi ci sono tanti esempi di abuso di potere nel Budo giapponese e solo pochi maestri insegnano correttamente i principi del Budo. il Rei nel Budo è diventato artificiale, somigliando alla gerarchia militare nipponica “vecchio stile”. Il vero significato del Rei non è più espresso e vediamo preservata solo la parte peggiore delle tradizioni e cultura giapponesi, cosa che rende necessario trovare un modo per cambiare questa situazione. Il Bujutsu è guidato dal Rei e l’istruttore agisce in maniera da condurre idealmente i suoi studenti verso un traguardo più elevato ma alcune persona, anche abili o in possesso di un grado elevato, mettono da parte ciò che dovrebbero aver imparato circa il Rei. Coloro i quali omettono di praticare così diligentemente da migliorare lo spirito così come migliorano la tecnica è come se dimenticassero l’umiltà del vero Rei e finiscono per diventare irrispettosi e orgogliosi. |
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