“On Combat – Psicologia e fisiologia del combattimento in guerra e in pace"
Euro 30.00
Pag. 352
ISBN 88 - 89660-09-0
EAN 978 - 88 - 89660-09-6
Per recensire questo libro basterebbero le poche ma esplicite parole di uni tra i più noti e preparati Maestri di Arti marziali italiano, che in un forum di discussione lo ha così “presentato”:
“Un grande libro per veri professionisti.
E vi assicuro che se lo dico io....
Si tratta di "on combat" di Dave Grossman, sottotitolo "psicologia e fisiologia del combattimento in guerra e in pace.
Il libro parla di combattenti e reduci "veri" ma, con le dovute proporzioni, è interessante anche per i marzialisti.”
Senza la pretesa di voler essere più convincente - e men che meno più autorevole - del Maestro citato, scrivo invece due parole in più per condividere il parere assolutamente positivo per questo volume, che merita davvero un posto di rilievo nelle librerie di chiunque si occupi – a qualunque titolo – di combattimenti e conflitti.
Di fatto questo volume, scritto e curato da due persone che hanno vissuto personalmente campi di battaglia e situazioni di conflitto bellico e urbano, non si nasconde dietro un dito, e molte descrizioni sono esplicite al limite del granguignolesco, specie quando riportano le testimonianze di chi è stato protagonista di conflitti a fuoco con esiti letali. Potrà piacere o non piacere, potrà essere letto come il solito fare americano un po’ Rambo e un po’ John Wayne, ma di fatto la descrizione degli scenari operativi non lascia spazio a voli pindarici. Ovviamente è tutto funzionale allo scopo, non stiamo parlando della sceneggiatura di un film “pulp” alla Quentin Tarantino ma di un autore che – per citare fior da fiore – spiega senza mezzi termini che cagarsi addosso quando fischiano le pallottole è più la norma che l’eccezione.
Ma oltre alla descrizione di queste situazioni di combattimento, rese spesso riportando – come detto – testimonianze degli autori e di altri protagonisti, il libro contiene molto altro ancora, soprattutto argomenti che non solo sono praticamente assenti nella pubblicistica italiana, ma non abbondano neppure in quella anglosassone: respirazione tattica, visione a tunnel, riduzione o amplificazione delle capacità uditive, black-out mnemonici, effetti psicofisico dello stress, debriefing e PTSD sono solo alcuni di questi, ed una visione al sommario del volume (clicca qui per scaricare il pdf) può essere illuminante.
Lungi dal voler propalare l’immagine falsa e retorica del “giustiziere della notte”, Grossman e Christensen offrono l’idea di un tutore della legge o di un pace-keeper come quella di un “cane da pastore”, che fa un lavoro “sporco” ma indispensabile ai membri della società in cui vive. Altri argomenti assai interessanti sono quelli affrontati nella parte finale del volume (al capitolo 23 – “Non uccidere” o “Non assassinare”? La visione ebraico-cristiana" ed al capitolo 24 – "Il senso di colpa del sopravvissuto: giustizia anziché vendetta, vita anziché morte") ed anche l’ampia parte dedicata all’impatto dei videogiochi sul comportamento violento registrato da giovani ed adolescenti negli ultimi anni. Per concludere, crediamo non si possa dire più e meglio di quanto riportato nella scheda di presentazione del volume (consultabile qui)
“Un'opera dunque che non solo rappresenta il bagaglio di conoscenze imprescindibile per il personale militare e di law enforcement, e gli operatori della sicurezza pubblica e privata, ma si rivolge anche a chiunque possieda un’arma o debba affrontare situazioni di autodifesa, di emergenza e di stress acuto (vigili del fuoco, medici e infermieri, personale di Protezione Civile e ONG). È inoltre utilissimo strumento di lavoro per psicologi, psichiatri e criminologi, ricercatori e docenti universitari in varie aree disciplinari (medicina, psicofisiologia, ergonomia/HF, scienze della formazione, management).”
Insomma, un libro da acquistare di corsa!