Mercoledì sera, una lunga giornata in mezzo ad una lunghissima settimana si conclude con un piacevole appuntamento, l’allenamento congiunto con gli allievi tarantini di Francesco Corona, Dojo Cho che mi ha fatto il piacere e l’onore di voler condividere questa esperienza di pratica comune. Giungo sul tatami con due soli dispiaceri, la recente scomparsa del M° De Compadri e la quasi totale assenza degli allievi del Dojo di Grottaglie, situazione che soprattutto nel secondo caso mi mette in imbarazzo col “padrone di casa” ma – tant’è, tra impegni di lavoro e timidezze congenite.
Saliti sul tatami, Franco sensei mi indica con un sorriso ed un gesto della mano il kamiza e mi invita a dirigere la lezione; in casi come questi, non ritengo quasi mai opportuno impostare l’allenamento su tecniche di base, per due motivi: non conoscendo la didattica dell’insegnante “titolare” si rischia di creare confusione, dubbi e perplessità negli allievi meno esperti e – soprattutto – trattandosi di un allenamento “extra-curriculare” credo sia sempre più interessante caratterizzarlo, nei limiti del possibile, come un qualcosa di diverso dalla normale lezione.
Saliti sul tatami, Franco sensei mi indica con un sorriso ed un gesto della mano il kamiza e mi invita a dirigere la lezione; in casi come questi, non ritengo quasi mai opportuno impostare l’allenamento su tecniche di base, per due motivi: non conoscendo la didattica dell’insegnante “titolare” si rischia di creare confusione, dubbi e perplessità negli allievi meno esperti e – soprattutto – trattandosi di un allenamento “extra-curriculare” credo sia sempre più interessante caratterizzarlo, nei limiti del possibile, come un qualcosa di diverso dalla normale lezione.