Tradizionalmente il sensei non illustrava a parole i movimenti da eseguire, limitandosi a mostrarli senza commentarli, stava poi ai praticanti coglierne i particolari, provarne l’esecuzione, cogliere gli errori e migliorare, in un loop del tipo “Osserva, Sperimenta, Impara”. La continua ripetizione degli esercizi fungeva e funge tuttora anche da “setaccio”, contribuendo a far emergere eventuali imprecisioni o inesattezze nell’esecuzione dei movimenti che, se non corretti, causano dolori o altri “effetti collaterali”.
Questo tipo di allenamento, che può essere effettuato sia colpendo un bersaglio che a vuoto, viene chiamato “tanren uchi” e può essere tradotto sia come “ripetizione di colpi” che “forgiarsi colpendo”. In passato il bersaglio per esercitarsi nel Karate, Ken-jutsu, Jo-jutsu e Batto-jutsu era costituito da fascine di rami freschi o di bambù legati ad un cavalletto che offrivano, si diceva, la stessa consistenza ai colpi e resistenza al taglio del corpo umano ed era chiamato maki-wara (rotolo di paglia) oggi, per esercitarsi nei fendenti di spada è quasi sempre impiegato un vecchio copertone automobilistico sorretto da un telaio di legno grezzo. I
colpi vengono portati con un normale bokken di legno oppure con una versione più pesante (maggiorata nel peso, volte in maniera davvero esagerata) chiamata suburi-to (spada da esercitazione). Come detto, la pratica del tanren-uchi con il bokken è molto utile per sviluppare braccia e spalle e per testare la stabilità della postura quando si colpisce a piena potenza. Ci sono diversi particolari che andrebbero tenuti presenti durante l’esercizio, particolari che è più facile notare durante l’esecuzione dell’esercizio da parte di un praticante esperto piuttosto che tentare di descriverli per iscritto; a chi volesse comunque iniziare una pratica da autodidatta ricordiamo che la posizione del bokken dopo l’impatto sul pneumatico deve essere orizzontale, con la tsuka kashira (la parte terminale della impugnatura) all’altezza del proprio addome e ad un pugno circa di distanza da questo. Le braccia dovrebbero essere tese ma non rigide, anche per evitare i danni alle articolazioni dovuti al “colpo di frusta” causato dall’effetto elastico del pneumatico. A questo proposito, bisognerebbe evitare che il bokken rimbalzi sul copertone, tentando di “schiacciare” la spada sul battistrada, colpendo con decisione ma senza eccessiva forza. Si deve avere il controllo di ogni fase di ogni singolo colpo previlegiando il controllo, senza abbandonarsi ad una raffica inconsulta di colpi disordinati. Per aumentare la difficoltà e l’effetto sugli avambracci, durante l’esercizio le mani vanno tenute vicine, senza lasciare il classico"pugno" di distanza tra l’una e l’altra ed inoltre, per equilibrare il lavoro e migliorare la coordinazione, è bene eseguire una serie di fendenti in guardia destra (migi no kamae) ed una serie in guardia sinistra (hidari no kamae), alternandole tra loro. Come nel caso di altri esercizi simili, “poco e spesso” è meglio di “tanto e raramente” quindi, è preferibile praticare qualche decina di fendenti une/tre volte alla settimana piuttosto che un centinaio una volta al mese.