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Storia del Tai Chi Chuan Fu Style

2/10/2012

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La Cina è fonte di grande cultura ed è la culla del Tai Chi Chuan, antichissima arte marziale basata sul concetto taoista di Yin-Yang, l’eterna alleanza degli opposti, nato come sistema di autodifesa, si è trasformato nel corso dei secoli in una raffinata forma di esercizio per il benessere psicofisico.

   Il Tai Chi Chuan, ha dunque origini marziali, ma, per i suoi caratteristici movimenti lenti ed armoniosi che trasmettono calma e serenità rendendolo piuttosto simile ad una lenta danza, risulta difficile ai profani associare questa disciplina ad altre arti marziali tradizionalmente più aggressive.
Queste caratteristiche rendono adatto il Tai Chi Chuan a tutte le età ed anche alle persone anziane e a coloro che avrebbero difficoltà a cimentarsi con esercizi fisicamente più impegnativi. Pur tuttavia, una pratica costante consente lo sviluppo di una notevole forza interiore con effetti benefici sulla salute generale e sullo spirito dei praticanti.


Il Tai Chi viene tuttora praticato quotidianamente da gran parte della popolazione cinese, nei luoghi di lavoro, nei giardini pubblici, negli ospedali, come fonte di energia e per mantenere una buona condizione fisica.

Definita come "pratica di lunga vita", associa i benefìci derivanti da tecniche millenarie di attivazione dell'energia interna tramite la sollecitazione dei canali energetici di agopuntura che attraversano il corpo, a quelli derivanti dall'esecuzione di tecniche di movimento lente ed armoniose che costituiscono le basi di un'efficace autodifesa.

Respirazione e Meditazione completano l'esercizio del Tai Chi Chuan, portando i praticanti ad un progressivo, duraturo equilibrio interiore sia a livello fisico, eliminando blocchi articolari, contratture ed errate e dannose posture, sia a livello mentale conferendo calma, serenità e sicurezza.

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Una delle figure più importanti nel panorama marziale del secolo scorso è quella di Fu Chen Sung (1881-1953), una delle “Cinque Tigri della Cina”.

Fu Chen Sung, chiamato anche Qiankun (due degli otto trigrammi), nacque nel villaggio di Mapo, nella provincia di Honan.
La sua era una famiglia di contadini e per questo, da ragazzo, non potè procurarsi un valido insegnante di arti marziali.
Gli abitanti del suo villaggio raccolsero una somma di denaro per un donativo all’allievo  dell’antenato  Maestro  Tung Hai Chuan,  di nome  Chia Feng Ming, fondatore del  PaKua Chang,  ed allo studente dell’ottava generazione del Tai Chi Chuan dello Stile Chen, tale Chen Yen Hsi, nipote di Chen Chang Hsing (Maestro di Yang Lu Chuan), affinché creassero una società per lo studio delle arti marziali.

 Fu Chen Sung, all’epoca sedicenne, di giorno arava i campi ed alla sera si recava in un campo del villaggio per allenarsi assieme ad altri suoi compaesani. Essendo senza denaro e non potendo quindi permettersi un maestro, “rubava” con gli occhi le tecniche dei più esperti, continuando ad esercitarsi duramente da solo. E così , lavorando di giorno, ed allenandosi di sera, riuscì ad apprendere sufficientemente l’arte del combattimento che gli permise, in varie occasioni, di superare gli avversari.

 I due Maestri, Chia Feng Ming e Chen Yen Hsi, si commossero nel vedere tanta abnegazione e gli permisero di prendere parte agli insegnamenti. Quella fu la grande svolta della sua vita e da quel momento la sua arte progredì moltissimo. Lo studio durò nove anni e si narra che, al termine, gli insegnanti sottoponessero gli allievi ad una prova particolare: «la mano afferra un passero vivo».
Per fare questo occorre una grande prontezza di riflessi: mani, occhi e movimenti del corpo devono armonizzarsi appieno e con molta rapidità. Tutti gli studenti del gruppo provarono a prendere passeri, ma non riuscirono. Uno fra gli allievi più bravi arrivò ad afferrane uno, ma, nella presa, usò troppa forza e uccise il passero.
Solo Fu Chen Sung superò brillantemente l’esame e solo in lui i Maestri riconobbero l'alta abilità acquisita consegnandogli il diploma.



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Fu Chen Sung praticava, inoltre, esercizi particolari di cui si è persa l’arte.
Uno di questi era la "palla Tai Chi": egli  maneggiava  una  sfera  di  pietra del peso di 20 jin (circa 10 Kg.) che scagliava in aria ad oltre due metri di altezza. Poi, per riprenderla incavava il petto (come richiedono sia il Tai Chi che il Pakua e lo Hsing I) al momento del contatto per ammortizzarne l’impatto ed espandeva nuovamente il petto riscagliandola in alto per riprenderla poi con le mani.

Quando si esercitava nel Pakua, procedeva nel classico cerchio portando  nelle  mani  due grosse  palle di pietra  che ruotava ed avvolgeva continuamente, effettuando un nei gong molto profondo.

 Fu Chen Sung  si allenava duramente ogni giorno e la sua bravura raggiunse livelli così elevati che risucì a ridurre alla ragione una banda di taglieggiatori che affliggevano il suo villaggio, uccidendone il capo con un’asta di ferro. Tale successo gli procurò una vasta fama tanto che nel 1911 venne arruolato nel Servizio di Protezione dell’Honan e dello Shantung (Kung Shin Shan) come guardia del corpo. Ciò gli permise di viaggiare molto in Cina ed ebbe, quindi, l’opportunità di conoscere altri grandi Maestri, con i quali, com’era d’uso, si confrontò traendo grande vantaggio dall’acquisizione di nuove tecniche.

La fama di Fu Chen Sung cresceva e fu segnalato al generale Li Chin Ling, grande esperto nell’arte della spada Wutang, che lo volle con sé nel suo esercito.  Nella provincia di Lianoing conobbe il Maestro Sung Wei I, personaggio famosissimo per le sue tecniche dei "palmi fulminanti".

Nel 1927, a Pechino, fu invitato ad unirsi a famosi Maestri quali Sun Lu Tang, Yang Cheng Fu,  Li Shu Wen  e Huo Dian-Ge (il Maestro Huo era anche l’istruttore di arti marziali di  Pu-Yi  della Dinastia Ching, l’ultimo imperatore della Cina). Con essi fondò un circolo di Arti Marziali al fine di scambiarsi le loro esperienze ed i loro “segreti”.        

Era già dal 1920 che Fu Chen Sung  aveva stretto una profonda “amicizia marziale” con  Yang Cheng Fu con il quale vi fu un importante scambio di esperienze e collaborazioni anche a livello personale (bisogna sapere che già all’epoca il Maestro Yang Cheng Fu era considerato in Cina il “Grande Maestro” e, pertanto, “non si scomodava tanto facilmente dalla sedia…”. E’ quindi facilmente intuibile la grande amicizia che legava i due personaggi).

Nel 1928 a Nanchino fu istituito il “Zhong Ying Guoshu Guan” (Istituto Nazionale di Arti Marziali) e Fu Chen Sung  fu nominato Capo Istruttore.

Nel 1929 vennero costituiti altri due grandi Istituti Nazionali di Arti Marziali con sede a Canton ed a Fu Chen Sung  venne proposto l’insegnamento. Accettò e con lui vennero dal Nord dei famosi Maestri: Wan Lai Sheng, Gu Ru Zhang, Geng De Hai e Wang Shao Zhou. Tutti insieme furono soprannominati “LE CINQUE TIGRI CHE VANNO A SUD”.

Nel corso della sua vita non mancarono scontri con individui gelosi della sua notorietà. Tra questi ricordiamo il più importante, il Maestro Hsieh Lung, proveniente dal Kuantung, esperto di lancia Pakua della famiglia Hsieh ed allievo di Hsien Tao Chao, discepolo a sua volta di un monaco taoista Wutang di nome Lo Mao Hsin.

Nel 1930 Zhang Zhijiang ordinò la chiusura del Wushu nazionale ed allora Fu Chen Sung si trasferì ad Hong Kong.

Dopo la guerra sino-giapponese, Fu Chen Sung  si dedicò all’insegnamento ed alla pratica delle sue arti marziali che continuò a perfezionare grazie alla sua esperienza e sulla base delle logiche del pensiero taoista.

Il bagaglio tecnico del Maestro poggia su concetti base, intrinseci nella filosofia taoista e riportati nelle arti marziali cinesi. Ciò riesce di difficile, se non impossibile, comprensione per gli adepti, se tali concetti non sono oggetto di trasmissione autentica e diretta da Maestro ad allievo.

Fin dagli anni venti Fu Chen Sung aveva creato il Tai Chi Chuan Stile Fu, il Liang-Yi Quan, il Long Xing Pakua Chang, l’Hsing I Chuan, tutte arti marziali fondate sui concetti taoisti di Yin e Yang e verso gli anni trenta la sua arte, ormai consolidata nella sua globalità e con caratteristiche proprie, cominciò ad essere chiamata Fu Jia Chuan.

Il 1950 fu l’anno del suo ritorno in Cina e precisamente a Canton. Nel 1953, all’età di 72 anni, si spense a seguito di un malore sopraggiunto mentre si esibiva nel Pakua della forma del Drago nel Parco Centrale di Nanchino.

La tradizione del TAI CHI FU STYLE continua tutt'ora grazie all'instancabile lavoro di divulgazione del Maestro Severino Maistrello, discepolo di Sifu To Yu, allievo diretto di Fu Chen Sung.


Per gentile concessione della A.S.D. Drago Verde”
http://www.dragoverde.net/storiataichi.html

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