Caratteristiche piacevoli delle varie stagioni:
In primavera è l'alba il momento più bello della giornata. Quando la luce scivola sui fianchi delle colline tingendone i contorni di un tenue rosso e di ciuffi di nuvole porpora. In estate è la notte. Non soltanto quelle con la luna nel cielo, anche quelle buie, in cui le lucciole svolazzano avanti e indietro, e anche quando piove, come è bello!"
Cose che fanno battere il cuore più velocemente:
Passeri che nutrono i loro piccoli. Passare davanti a un posto in cui stanno giocando dei bambini. Dormire in una stanza in cui è stato fatto bruciare un incenso dall'aroma raffinato. Notare che un elegante specchio Cinese è diventato scuro da una parte. Vedere un gentiluomo fermare la propria carrozza davanti a un cancello e istruire i suoi servitori affinché annuncino il suo arrivo. Curare il proprio corpo, lavandolo e indossando abiti profumati; anche se nessuno può vederli, questi preparativi producono un piacere interiore. E' notte e si sta aspettando qualcuno. All'improvviso il suono delle gocce di pioggia spinte dal vento contro le imposte fa sussultare."
Soggetti poetici:
La capitale. Riccio di mare. Puledri. Grandine. Erba di bambù. La viola dalle foglie circolari. Muschio. Avena acquatica. Barche da fiume dal fondo piatto. L'anatra mandarina. Prati. Vite bianca. Pero. Giuggiolo. Altea."
Sei Shonagon era dama alla corte di Sadako, una delle spose ufficiali dell'imperatore Ichijo, considerata dalla scrittrice l’incarnazione dello ideale aristocratico di fragile bellezza, sensibilità ed eleganza. La breve esistenza della giovane imperatrice, che dalle annotazioni di Sei Shônagon parrebbe splendida e invidiabile, sebbene allietata dall'affetto del giovane sposo - che tuttavia dedicava le sue attenzioni anche ad altre mogli - fu in realtà rattristata da vari avvenimenti angosciosi. Ma nelle note della scrittrice quasi nulla traspare delle amare vicende di cui fu testimone a corte, forse per una sua ripugnanza verso lo squallore dell'odio, della morte, delle calamità naturali, o forse nel tentativo di tramandare della vita di palazzo un'immagine di armonia ed eleganza. Con la scomparsa della sua amata protettrice e la salita al trono dell'Imperatrice Akiko (988-1074), alla cui corte rifulgeva il genio della sua rivale, Murasaki Shikibu (c. 973-1016?), autrice del "Genji Monogatari", il primo e più famoso romanzo della letteratura giapponese, la fortuna mondana di Sei Shônagon declinò, tanto che probabilmente abbandonò per sempre la corte imperiale, trascorrendo nell’ombra il resto della sua vita. Alle "Makura no soshi" si è ispirato il regista Peter Greenaway per il suo film “I Racconti del Cuscino” (1995) che, pur ambientato in tempi e luoghi assai diversi da quelli in cui visse Sei Shônagon, ne rende la acutezza e la poesia delle descrizioni con affascinanti immagini ed una particolare attenzione all’arte calligrafica.