Chiunque si occupi di sistemi di “Controllo Qualità” ne ha una prova quotidiana: questa “filosofia lavorativa”, nata appunto in Giappone e basata sul miglioramento continuo tramite l’individuazione e la risoluzione dei problemi che emergono durante l’attività lavorativa, presuppone appunto che ciascuno di coloro che partecipano a qualunque titolo ad una attività esamini il proprio operato al fine di contribuire a rilevare e risolvere eventuali errori ed imprecisioni, in base al principio per cui una catena (e una azienda produttiva è una “catena” di varie figure professionali tra loro collegate) è tanto robusta quanto lo è l’anello più debole, che va quindi “rinforzato” per portarlo al livello degli altri.
Come sempre, pur senza la pretesa di esaurire l’argomento in poche righe, ecco alcune delle situazioni più frequenti e delle espressioni più appropriate da usare in queste occasioni. Sumimasen (すみません) è probabilmente il termine più impiegato per chiedere scusa ed in Giappone è usata sia come “chiedo scusa” che come “Mi dispiace”; alcuni pronunciano "Suimasen” (すいません)" ed entrambi possono essere usate di molteplici situazioni, quali la richiesta di informazioni, lo scusarsi per un evento sgradito o il ringraziare qualcuno; bisogna in questo caso fare attenzione al contesto in cui la frase viene pronunciata, perché se ci si scusa per qualcosa che è già successo, bisogna usare "Sumimasen deshita” (すみませんでした.
Usare "sumimasen" per ringraziare, piuttosto che "arigatou” (ありがとう) è una scelta personale, essendo i termini quasi equivalenti, in questo caso, ma quando si chiede un favore a qualcuno è meglio usare summasen che ha una sfumatura (e i giapponesi apprezzano molto le sfumature...) che comprende sia il sentimento di “mi dispiace” che il “ti ringrazio”, percui usando sumimasen è come se dicessimo "Mi dispiace di disturbarti e ti ringrazio per l’attenzione che mi concedi”. Generalmente le persone più anziane tendono ad usare sumimasen più dei giovani, mentre tra persone familiari o comunque con cui si è in confidenza è generalmente usato arigatou, per evidenziare più il ringraziamento per quanto ricevuto piuttosto che il dispiacere per il disturbo che – trattandosi di persone ben conosciute – dovrebbe essere limitato o assente.
Douzo (どうぞ)è usata per offrire qualcosa mentre Doumo (どうも) è la risposta alla offerta ricevuta. "Doumo arigatou gozaimasu (どうもありがとうございます) è l’espressione educata per tradurre “molte grazie” mentre "arigatou”(ありがとう)" o "doumo”(どうも) sono termini più concisi e confidenziali.
Moushiwake arimasen (申し訳ありません) è una espressione molto formale usata verso i superiori gerarchici o sociali per mostrare un sentimento di ringraziamento o di dispiacere più intenso rispetto a sumimasen. Per scusarsi di un episodio successo in passato si usa "Moushiwake arimasen deshita” (申し訳ありませんでした. Shitsurei shimashita (失礼しました) è sempre una espressione formale ed educata ma non esprime un sentimento tanto forte quanto la precedente ed è usata più dagli uomini piuttosto che dalle donne.
Altra espressione comune quanto sumimasen” è “Gomennasai (ごめんなさい) che però è usata solo per chiedere scusa. Poiché è poco formale e per certi aspetti infantile, è bene riservarlo solo a familiari o a persone con cui si è in confidenza, con cui si usano anche le forme abbreviate gomen ne o gomen mentre verso superiori o persone poco conosciute è più opportuno l’impiego di sumimasen oppure di moushiwake arimasen. Similmente a quanto detto in proposito di arigatou, anche sumimasen e gomennasai sono praticamente equivalenti per chiedere scusa, tenendo però presente che il primo è un po’ più formale del secondo (ed infatti le persone anziane tendono ad usarlo più frequentemente rispetto ai giovani) e che entrambi i termini possono essere usati per scusarsi di un errore o per aver creato inconvenienti o dispiaceri a qualcuno, ma sumimasen esprime anche un sentimento di gratitudine, mentre gomennasai non ha questo ulteriore significato.