Come si nota, il procedimento usato per far ritornare Amaterasu nel mondo ha tutte le caratteristiche di un rito sciamanico, in cui la danza ed il suono ossessivo di rudimentali strumenti a percussione hanno un ruolo importante nel provocare lo stato di possessione divina. Il forte, violento, frenetico martellare dei piedi della dea produsse un suono mai sentito prima; Il ritmo era così vivace, così contagioso, che in breve tempo anche gli altri dei furono trascinati da Ame-no-Uzume-no-Mikoto, cominciarono a ballare e cantare.
La musica riempì la terra e la festa diventò così rumorosa, che Ameterasu sbirciò fuori della caverna e, vedendo quei volti gioiosi, ridiede luce alla terra. Così, la luce di Ameterasu ritornò sulla terra, Susanoo fu esiliato e nacque la musica Taiko. Questa leggenda conferma che il taiko ha il potere di dare gioia e di scacciare la collera e, secondo la filosofia Shumei relativa all’arte, da’ luce al mondo.
Chiara è l'influenza di questo genere sul touka (canti ritmati dal battito di piedi) e sulle danze dello okina (vecchio) e dell'onna (donna), tipici di ciò che successivamente prenderà il nome di dengaku. Tuttavia, le origini storiche del Taiko sono meno chiare e più confuse del mito ed anche se non è possibile conoscere con esattezza quale fosse la musica utilizzata dalle popolazioni del Giappone preistorico, si possono fare supposizioni sulle basi dei ritrovamenti archeologici, degli (scarsi) documenti cinesi contemporanei o dei documenti giapponesi di epoca posteriore, delle caratteristiche conosciute della musica dei popoli vicini o dell'evoluzione posteriore della musica giapponese stessa. Alcuni sostengono che, poiché per noi il suono del tamburo è altrettanto fondamentale del battito cardiaco, i primi strumenti musicali usati dalle varie culture in tutto il mondo sono in genere a percussione.
Se così fosse, i precursori dei tamburi taiko possono collocarsi almeno 2.000 o 3.000 anni indietro, nel profondo della preistoria del Giappone. Come la maggior parte delle tradizioni relative ai tamburi di origini primitive, il taiko partecipa a quasi tutti gli aspetti della vita, dalla nascita alla morte. I tamburi taiko incitarono le truppe ed intimidirono il nemico sui campi di battaglia, sfilarono attraverso le vie dei villaggi per invitare la gente a gioiose feste e suonarono alle cerimonie per la semina del riso, scacciando con il loro fragoroso suono gli insetti e risvegliando gli spiriti della pioggia. In alcune tradizioni buddiste, il rimbombante suono del tamburo rappresentava la voce di Buddha e, nei santuari Shinto, accompagnava le preghiere al cielo. Non solo la musica taiko oltrepassava i confini tra umano e divino, ma fu in grado anche di definire delle misure fisse; nell’antico Giappone, la distanza, che raggiungeva il suono del tamburo Taiko suonato nel tempio del villaggio, determinava i confini della città. Ovviamente, era favorita la città che aveva un grande tamburo. Altri sostengono, che l’origine del taiko ha radici in India e che, seguendo i sentieri del Buddismo, dalla Cina e dalla Corea, giunse in Giappone poco prima del 600 d.C. Tamburi, che ricordano gli strumenti taiko, sono raffigurati in antichi sutra e murali buddisti, mentre alcuni dipinti medioevali riproducono tamburi simili posti intorno alla testa del dio del tuono.
Il ritratto più antico di quello che si crede essere l’antenato del tamburo taiko moderno, è presente su una statuetta d’argilla del sesto o settimo secolo, dissotterrata nel distretto di Gunma. E’ la figura di un musicista con un tamburo appeso sulla spalla, che gli arriva ai fianchi. Lo strumento assomiglia a quelli ritrovati nella Cina rurale ed il musicista percuote il tamburo sia con una bacchetta, sia con il palmo della mano, così come usavano a quei tempi i suonatori coreani. Durante il decimo secolo, il flusso dell’influenza coreana e cinese sul Giappone si era attenuato e molte delle forme artistiche importate dall’estero si trasformarono in qualcosa di unicamente giapponese. Alla fine del periodo Heian (1185 d.C. circa) si era sviluppato un particolare stile di percussione, riconoscibile come taiko.
Negli ultimi cent’anni il taiko ha raggiunto un pubblico internazionale e, come per il jazz americano e la musica classica europea, prosegue la sua strada per diventare un'autentica forma musicale internazionale, che non manca di coinvolgere, scuotere ed emozionare in tutto il mondo gli ascoltatori odierni come fece con le mitiche divinità nipponiche all'alba della storia del paese di Yamato.