La cultura orientale non divide, o meglio non differenzia, l'energia fisica da quella mentale e psichica: l'energia è unica, mente e corpo rappresentano un unico fenomeno che, coordinato, permette una vita equilibrata. Il luogo in cui avviene questa coordinazione è individuato nell'Hara (addome): esso è di fatto il "centro" di ogni individuo a cui tutte le culture attribuiscono grande importanza. Per quanto riguarda la nostra cultura, ricordiamo la figura elaborata da Leonardo da Vinci dell'uomo compreso nel cerchio e nel quadrato. .
Il termine Ki è altrettanto intraducibile letteralmente, si può parlare di energia vitale, di un forza che trascende il fattore muscolare, o di varie altre definizioni, nessuna completa ed esaustiva. Nessun termine occidentale si avvicina come significato, se non nel latino e nel greco classico (spiritus e pneuma), lingue per noi ormai morte. In Giappone invece esso è al centro di molti ideogrammi, che contemplano rapporti tra gli uomini, tra loro e le cose. Ki è un vocabolo cinese successivamente acquisito in molti aspetti della vita giapponese: dalla filosofia alla scienza, dai metodi di vita al lavoro. L'ideogramma usato per identificare questo termine è costituito da un insieme di linee ascendenti indicanti vapore, elementi sottili, invisibili ed energia in unione al grafema Kome avente il significato di riso. Così formato il simbolo ha in sé l'idea di nutrimento, che deriva dal riso, e di energia, che scaturisce sotto forma di vapore. Ma non solo: il grafema Kome può anche indicare le varie direzioni in cui la potenza si espande nello spazio. Il termine Ki rappresenta l'invisibile energia vitale estendibile in ogni direzione, identifica ciò che possiamo “sentire” ma non vedere. Ma se del Ki è difficile parlare, è comunque vero che è parte integrante della pratica e che, a livello di "sensazioni", diventa necessariamente un elemento sempre presente nel processo di apprendimento. Nonostante le difficoltà di traduzione, dobbiamo riconoscerne la realtà immateriale ma non trascendente. Come già detto Hara e Ki sono parole comuni in Giappone ed esprimono significati che fanno parte del modo di percepire ciò che ci circonda, e pertanto non bisogna commettere l'errore di credere alla presenza, dietro questi termini, di una realtà solo ed esclusivamente esoterica.