Di questo seminario non mi rimarrà solo quel poco che sono riuscito ancora a capire delle tecniche praticate, non solo il dono che ogni volta i sensei ci portano da Giappone, ma le tantissime emozione provate prima durante e dopo la pratica.
I compagni di pratica, tutti, non sono stati da meno: cito dolorosamente consapevole di scordare qualcuno Attilio (splendido anfitrione di sabato sera), Dina (tutti invidiosi per il suo pendente da yakuza), Mauro, Albert, Raphael e Fabrice, Maurizio e Antonio.
Menzione d’onore per i piccoli grandi allievi di Angelo, studenti modello che ogni insegnante vorrebbe avere: lo sguardo di Assunta e la grinta di Gennaro non hanno niente da invidiare a quello di praticanti ben più esperti di loro.
Insomma, nonostante le nuove e offensive imprecazioni che ogni volta Trenitalia mi porta ad inventare, nonostante la lotta notturna con afa e caldo, nonostante lividi escoriazioni e ginocchia che urlano la loro disperazione, è stata davvero una esperienza piacevolissima!