Il combattimento contro dei nemici include tre componenti vitali, ovvero: Approccio, Avvicinamento e Entrata. Questi tre componenti sono solitamente compresi nei sistemi di addestramento al combattimento classico (ad esempio, quelli delle antiche arti marziali) e sono ancora oggi parte indispensabile dell’addestramento di piccole unità militari tattico-operative. D’altra parte, l’integrazione di Approccio, Avvicinamento, Entratasono solitamente trascurati in molti sistemi di combattimento sviluppati di recente, sia a mani nude sia che comprendano armi manesche o da fuoco. Per la maggior parte, i sistemi moderni tendono a ignorare tutto quello che precede il momento dell’impatto per la entrata sull’avversario, incuranti degli altri due terzi del conflitto, ovvero Approccio eAvvicinamento.
L’ APPROCCIO comincia dal momento in cui si ha consapevolezza del rischio o minaccia avversaria. E’ a questo punto, all’incirca a 7 metri di distanza, che bisogna cominciare a muoversi verso l’avversario in preparazione all’ “AVVICINAMENTO” per dominare la situazione. In sostanza, l’Approccio è relativo alla direzione che bisogna prendere per prendere contatto con l’avversario. L’ Approccio è sempre parte di uno scenario di combattimento, ed è un aspetto particolarmente importante del combattimento stesso, essendo basato – ed allo stesso permettendo di migliorare - la consapevolezza e sulla dominanza combattiva. Questo è il principale livello di confronto in cui bisogna sottrarsi ed evitare una potenziale situazione di confronto fisico oppure agire per finalizzare l’azione. Nelle tattiche militari, questo stato è quello in cui si dispongono i protagonisti di un assalto.
L’AVVICINAMENTO è la fase di riduzione della distanza dal nemico al fine di giungere alla possibilità di colpire, ovvero la fase immediatamente precedente a quella di entrata in cui si stabilisce il contatto. In questa fase la direzione di movimento può cambiare quando ci si approssima all’avversario e può essere condotta mantenendo una velocità costante o modificandola a seconda delle necessità. La combinazione di un efficace approccio e avvicinamento possono determinare il risultato di un confronto prima dell’effettivo contatto, o perfino rendere superfluo il contatto stesso.
L’ENTRATA è la fase finale dell’attacco ed include l’esecuzione dei colpi, delle percosse o delle prese di bloccaggio necessarie per ottenere un effetto fisico sull’avversario.
Mentre gli antichi sistemi di addestramento al combattimento generalmente includevano e addestravano i principi di Approccio, Avvicinamento, Entrata come un insieme integrato, molte delle moderne arti marziali, sistemi di autodifesa e discipline ricreative partono dalla Entrata, quasi sempre trascurando la fase di Avvicinamento, e senza preoccuparsi dell’Approccio.
In merito al rapido avvicinamento verso un avversario, le ricerche compiute sia dai militari che dagli etologi mostrano che precipitarsi addosso ad un avversario (uomo o animale che sia) ha un notevole effetto dirompente sul suo equilibrio. Muoversi rapidamente contro un avversario è notevolmente efficace per “prepararlo” ad essere bersaglio dei nostri colpi, permettendoci di ottenere un maggiore controllo e supremazia nel colpire. Questo concetto è ampiamente contemplato ed utilizzato nelle arti marziali classiche, ma ancora una volta bisogna constatare che è invece perso o trascurato nelle arti moderne, e questa trascuratezza comporta una mancanza del feedback combattivo.
Nel caso dei sistemi di combattimento sviluppati di recente, compresi i moderni sistemi a mano armata come le moderne discipline che hanno tentato di riprodurre i sistemi classici, questi sono stati sviluppati per la maggior parte in un ambiente artificiale, in un ambiente con combattivo, senza nessun feedback combattivo. Questi metodi sono stati ulteriormente stravolti per adattarli ad un impiego sportivo o competitivo.
A questo proposito, è importante sottolineare che nella maggior parte dei sistemi pre-moderni di addestramento al combattimento, la forma predominante di addestramento era organizzata tramite modelli di movimento predefiniti, strutturati ma flessibili. Era in questo contesto strutturato che gli aspetti vitali dell’approccio e dell’avvicinamento potevano essere insegnati ed appresi on profitto. Di contro, la gran parte degli sport da combattimento, sia a mani nude (pugilato, lotta, judo, karate, taekwondo, ecc.) che armate (scherma, kendo, ecc.) partono a circa un passo i distanza dalla entrata.
La entrata è, ovviamente, l’area di combattimento più interessante ed appassionante, che sono gli obbiettivi che si propongono di raggiungere gli sport da combattimento. D’altro canto, in un combattimento reale, trascurare l’approccio e l’avvicinamento – due delle tre componenti di un combattimento – può avere conseguenze fatali per chi si macchia di questa negligenza.