Discorso più approfondito riserviamo allo Shodo. Un detto recita: Ken fude ittai – la spada e il pennello sono una cosa sola – e la espressione appare quasi un koan, uno di quegli illogici rompicapo del buddismo zen fatti apposta per mandare in tilt la razionalità col fine di agevolare la “illuminazione” spirituale. Ma qui si parla di altro, vi è poco di spirituale e molto di pratico; il pennello e la spada richiedono precisione e colpo d’occhio, una volta calato un fendente così come una volta tracciata una linea d’inchiostro non si può più tornare indietro, non si può correggere l’atto, la traiettoria, il segno: un colpo, una vita. Con la spada e col pennello ritorna evidente la necessità del mu-shin, della “non-mente”, nella esecuzione del gesto non può e non deve avere spazio la mente razionale, l’atto deve essere compiuto seguendo la ispirazione del momento da un corpo addestrato da anni e anni di kata (già, cosa altro credevate che fossero tutte le aste e i cerchietti che le maestre ci facevano tracciare all’asilo?) che, al momento del bisogno, riassume e si ispira al bagaglio tecnico acquisito in anni di studio e di pratica per dare vita ad un unico, irripetibile capolavoro.
Ecco perché un semplice fendente di spada può essere studiato ed ammirato nel tameshi-giri, ecco perché di un semplice cerchio tracciato da Giotto si continua ancora oggi a parlare con meraviglia. Non stupisce così che la scittura venisse paragonata alla strategia militare; per Wang Hsichin, calligrafo cinese del II° secolo d.c. il foglio bianco rappresentava il campo di battaglia, il pennello era la spada, l’inchiostro era l’armatura e la pietra per l’inchiostro un fiume che permetteva movimenti strategici. Per Wang ed altri l’abilità di un calli-grafo era paragonabile a quella di un generale, come l’uno dispone i suoi caratteri sul foglio, l’altro schiera le sue truppe sul terreno. La Via della spada e la Via del pennello, l’una scontro conflittuale tra armi, l’altra incontro armonico tra carta e inchiostro, situazioni le cui conseguenze sono immutabili una volta compiute e che possono tradursi in momenti tanto affascinanti quanto coinvolgenti.