Esso veniva utilizzato nelle più disparate occasioni: nel corso di cerimonie religiose o magiche, durante l’imbalsamazione dei defunti, nello svolgimento di riti sacrificali. Gli antichi ebrei presero l’uso dell’incenso dalla Babilonia e dall’Egitto, ed erano soliti bruciarlo alla mattina e alla sera sullo altare del tempio e durante le cerimonie sacrificali, oltre che per il primo raccolto di frutta.
I tipi più utilizzati da tutte queste popolazioni erano l’olibano, lo storace, il galbano e la mirra. Gli antichi greci, pur offrendo olocausti agli dei a base di legno di cedro, limoni e rose, sperimentarono l’uso di olibano, cannella, mirra, nardo e zafferano grazie alle importazioni dall’Egitto, Fenicia e Siria. L’olibano invece veniva importato dall’Arabia e veniva bruciato nel corso di riti sacrificali e per allontanare demoni e spiriti maligni. L’incenso, molto costoso, veniva considerato un regalo di immenso valore, come dimostrato anche dal fatto che proprio l’incenso era uno dei regali che i Magi offrirono al neonato Gesù. Con la conquista di Egitto, Grecia e alcune aree del Medio Oriente, i Romani appresero queste pratiche magiche e religiose e l’incenso cominciò così ad essere utilizzato in ambito domestico, in onore delle divinità della casa e nei templi ove i riti sacrificali si compivano cospargendo l’altare di vino e bruciando incensi di alloro e zafferano. I primi Cristiani inizialmente non bruciavano incenso perché questo richiamava la fede giudaica; a partire però dal V secolo d.c. divenne consuetudine usarlo nelle cerimonie religiose e di purificazione.
Nella cultura islamica l’incenso viene bruciato in segno di sacrificio verso i santi, durante le cerimonie nuziali, dopo un decesso e durante i riti funebri. L’olibano in particolare viene bruciato per allontanare il malocchio e gli spiriti maligni. Gli indù sono soliti bruciare legno di sandalo, benzoino e fiori secchi dal profumo particolarmente fragrante a casa o nei loro templi mentre i buddisti tibetani bruciano l’incenso per invocare gli spiriti del bene offrendo soprattutto fiori e profumi.
I cinesi lo usano nelle processioni, nelle cerimonie funebri e di purificazione, durante i riti magici e di divinazione con l’I Ching. Bruciare l’incenso è quindi un atto dalla connotazione magica; L’incenso infatti attira una particolare energia, vibrazione, forza che influisce attraverso l’olfatto sulla psiche dell’uomo, aiutando così ad incrementare il potenziale insito in essa. Oltre a ciò, il benessere e la protezione offerta dall’incenso è confermato dalla capacità di allontanare mosche, zanzare ed altri insetti (spesso veicolo di infezioni) e dalle proprietà antisettiche ed antibatteriche che, soprattutto nei tempi antichi, contribuivano a preservare da malattie ed infezioni.
Riportiamo di seguito alcune indicazioni per scegliere una fragranza in maniera appropriata, tra le tante disponibili: va detto che l’uso dell’incenso può accentuare o mitigare certe caratteristiche sopite della psiche e rendere gli ambienti più favorevoli e accoglienti; naturalmente le indicazioni non possono che essere generiche, essendo poi gli effetti strettamente legati alla individualità di ciascuno. Il gelsomino proviene dall’Asia ed è caratterizzato da un dolce profumo che inebria il cuore e i sensi. La sua fragranza potenzia l’estro artistico, infondendo entusiasmo e fiducia in sé stessi. Quello indiano (champaca) esercita anche una potente azione rilassante e sedativa, contribuendo ad alleviare il mal di testa e le nevralgie ed è molto indicato per la meditazione.
Altri incensi indicati per tale scopo sono il sandalo e il benzoino. Il legno di sandalo si trova per lo più in India e Indonesia e il suo olio ha proprietà corroboranti. Sia shintoismo giapponese, che tantrismo tibetano, oltre che buddismo e induismo, prevedono riti sacrificali e uso di incenso nel corso delle loro funzioni religiose. La sua fragranza stimola e potenzia la forza di volontà oltre che essere un potente sedativo su soggetti che soffrono di attacchi di panico e depressione. Il benzoino è una resina diffusa soprattutto in Medio Oriente oltre che in Indocina, Thailandia e Sumatra. Questo tipo di incenso è particolarmente pregiato soprattutto se proveniente dalla Thailandia ed è di colore bianco. E’ uno dei più utilizzati nei riti della maggior parte delle religioni. Esso stimola l’agilità mentale, rende euforici ed allontana i pensieri negativi, donando pace e serenità ed esercitando una azione stabilizzante. Sempre per la meditazione sono indicati inoltre l’acacia, l’eliotropio, il loto, la magnolia, la mirra, l’olibano (frankincense), l’orchidea e lo storace (più conosciuto come ambra).
L’incenso più diffuso è a forma di bastoncino. In commercio però si può trovare in altre forme quali i coni o granulare. I coni si possono bruciare su di un piattino resistente al fuoco o nel posacenere. L’uso dell’incenso granulare o in polvere è invece un po’ più complesso. Difatti per bruciarlo è necessario utilizzare il carbone vegetale e gli appositi incensieri, meglio se muniti di coperchio per regolare il fumo. In mancanza di un incensiere adatto si può ripiegare con un vaso di terracotta colmo di sabbia dove poggiare il carbone acceso.
L’incenso va conservato in un luogo fresco e al riparo dalla luce, meglio se riposto un una scatola di metallo o di legno di tuia.