Il Caravaggio è una tra le tante figure storiche appartenenti al mondo delle arti figurative e letterarie rinascimentali che in qualche modo sono coinvolte, nel bene e nel male, nella scherma di quel periodo, vale a dire la scrimia. Personaggi come poeti o pittori che hanno nel nostro immaginario collettivo una indefinita collocazione culturale-scolastica, molto spesso distante dalla realtà storica in cui vissero, e che si rivelano poi come temibili schermidori o irascibili rissaioli, è una di quelle amene scoperte che mi hanno sempre dilettato e spronato ad approfondire l’argomento alla ricerca di curiosi avvenimenti.
Penso possano anche incuriosire i marzialisti risvegliando alcune reminescenze scolastiche della storia dell’arte italiana. Michelangelo Merisi da Caravaggio fu uno di questi spadaccini/schermidori, frequentatore di taverne e prostitute, oltre ad essere ovviamente un quotato pittore del suo tempo. E’ abbastanza risaputo che avesse un caratterino non proprio facile e che più volte fosse coinvolto in risse e duelli, e si sa anche che fu più volte ferito e che uccise un tizio a Roma passandolo a fil di spada. A causa di ciò dovette fuggire e guardarsi le spalle per il resto della sua vita. Purtroppo mi erano sempre mancati i particolari tecnici.