Nell'Aikido moderno siamo tutti istruiti su come praticare le ukemi (cadute al suolo, letteralmente: ricevere col corpo) ma raramente ci viene insegnato come essere un Uke. Nell'ultimo paio di anni, quando ho praticato Jodo in Giappone, il più grande impegno del mio addestramento è stato focalizzare come rivestire il ruolo di Uchi, il praticante che nel kata viene sconfitto. Per coloro che non hanno dimistichezza con le koryu (Scuole di Arti marziali tradizionali) nel budo classico giapponese il kata è sempre un esercizio eseguito da due persone che si confrontano, con la ovvia eccezione dello iaido e dello kyudo dove questo potrebbe essere troppo pericoloso.
Il kata è una sequenza predeterminata di minacce, attacchi e risposte; Uchi attacca e Shite blocca, evade,contrattacca o risponde come richiesto dal kata ed Uchi quindi a sua volta fa lo stesso. Il mio addestramento mi ha più tardi portato a comprendere con precisione perché facciamo le cose nel modo in cui le facciamo e perché Uchi porta Shite ad imparare e comprendere. La prima cosa che ho imparato da tutto questo è che c'è una buona ragione percui non ci è permesso di eseguire il kata nel ruolo di Uchi finché noi non dimostriamo un sufficiente livello di perizia nel ruolo di Shite. Il ruolo di Uchi è realmente pericoloso; uno Shite inesperto può eseguire un movimento inatteso che non è parte del kata ma Uchi deve essere in grado di affrontare questa evenienza salvaguardando sia se stesso che Shite.
Quindi Uchi deve avere molto più awase (termine complesso che si potrebbe tradurre come attenzione, partecipazione, sensibilità) con quanto sta accadendo nel kata rispetto a Shite. Il presupposto è che Uchi conosca anche i movimenti che deve eseguire Shite e che lo aiuti ad impararli. Questo aiuto consiste in qualcosa di più che sapere cosa avverrà nel passaggio successivo del kata ed eseguirlo, o proteggere Shite se questo fa un errore, questo è il più elementare livello della pratica. Uchi è anche responsabile del controllo della intensità, velocità e tempistica della pratica; se Uchi è appena adeguato alla intensità della pratica di Shite, quest’ultimo può facilmente ferirsi quando la pratica è ad un livello tale in cui entrambi non riescano a focalizzare la risposta di Uchi. Quest’ultimo deve imparare a limitare l’intensità, la velocità e la tempistica della pratica ad un livello adeguato a quello della lezione in corso. Io so che se pratico con il mio insegnante, lui eseguirà solo movimenti ad una velocità che io posso gestire, altrimenti mi romperei i polsi.
Uchi deve essere in awase con tutto ciò e scegliere cosa è appropriato fare durante la lezione. A volte Shite necessita di praticare al limite delle sue capacità, in una condizione in cui riesca appena a gestire l’intensità e la velocità della pratica, ma la maggior parte delle volte le lezioni devono essere incentrate sul curare i particolari relativi alla distanza, alla tempistica ed alla posizione, che non possono essere curate ad un livello troppo elevato della intensità della pratica. Il compito di Uchi è sostanzialmente quello di offrire l’insegnamento al livello di velocità e intensità adeguato alla lezione in corso.
In ogni kata, come Uchi dobbiamo imparare non solo quale attacco eseguire, ma anche come replicare alle azioni di Shite. Con questo non voglio dire che noi impariamo le ukemi; non si può imparare come proteggere se stessi dagli infortuni, nonostante il fatto che noi lo impariamo. Non può essere imparato come muoversi da una posizione alla successiva con forza e decisione, e perché altre risposte non sono efficaci. Noi pratichiamo in maniera “spuntata” in maniera da comprendere perché non bisogna usare i muscoli. Ci sono molte buone ragioni per ciascun movimento in ogni kata, e quando noi proviamo a fare qualcosa di altro, perfino se mettiamo appena un po’ troppa forza bruta in qualche passaggio, noi ci mettiamo da soli in pericolo.
C’è una tecnica particolare nel jodo chiamata kiri tsuke che prevede che Shite risponda ad un taglio shomen effettuato da Uchi evadendo ed afferrando la tsuka di Uchi con la parte terminale del jo. Un Uchi con una corporatura massiccia tende a cercare di portare il proprio peso sul jo ed a schiacciarlo in basso. Questo è conveniente dal punto di vista di Shite perché permette di reagire con un piccolo colpo che usa il peso e la forza di Uchi per dirigere l’altra estremità del jo alla sua tempia. Uchi è chiaramente avvertito che utilizzare il suo peso in quella maniera è una pessima idea; ad ogni passaggio del kata, Uchi è ammonito su come e perché deve agire; anche se nessuno nel moderno Aikido o Judo ne usa il nome, tutti gli attacchi e le risposte coreografate e comprese nell’elenco di quelle da eseguire per il passaggio al grado shodan sono kata, proprio come i kata del kata del Kenjutsu, Jojutsu, Naginatajutsu, Jujutsu o degli altri Budo che vengono dal Giappone.
La differenza è che in molti dojo di Aikido molto tempo della pratica viene impiegato nel ruolo di Shite – Nage Tori, molto altro tempo viene utilizzato per mostrare come praticare le ukemi, ma quasi nulla su come essere Uke. Mi chiedo se la pratica dell’Aikido non sarà più molto efficace se molto tempo che dovrebbe essere impiegato a spiegare come essere Uke viene utilizzato per spiegare le cadute. Per esempio: se viene praticata ryotedori kotegaeshi , l’insegnante non solo dovrebbe mostrare come Shite deve eseguire la tecnica ma anche come Uke deve effettuare l’attacco E come e perché proseguire l’azione.
Un sintetico: “Io vedo molti Uke afferrare ed irrigidirsi in questa maniera... se questo avviene, la corretta risposta di Shite deve essere...” può essere sufficiente a risolvere molto velocemente i problemi di molti Uke che agiscono in modo inappropriato. Se Uke cocciuti sanno che irrigidirsi può causargli qualcos’altro oltre a quello di frustrare Shite, suppongo che questo inconveniente si verificherà più raramente. Credo sia molto importante che sia Uke che Shite debbano avere una profonda comprensione della tecnica che Uke sta imparando per terminare il Kata e perché questo deve terminare in quel modo. Nella maggior parte dei dojo di Aikido in cui ho praticato da Uke, non ho in realtà approfondito le caratteristiche di questo ruolo e quello che ho imparato è stato come fare da Uke in maniera improvvisata e superficiale. Io credo che per molti di noi potrebbe essere utile se l’addestramento prevedesse in maniera sistematica e formalizzata il come ed il perché delle azioni di Uke, al pari di quelle di Shite.
Nella pratica tradizionale in cui gli esperti fanno da Uke i principianti non impiegano la maggior parte del tempo in un allenamento casuale, ma l’impiego di tutto il tempo di addestramento è massimizzato e imparano il kata in profondità. Quando i principianti nel ruolo di Shite hanno una perplessità o necessitano di una indicazione, si rivolgono all’ Uke esperto ed evitano di perdere tempo praticando in modo errato; inoltre il principiante ha un immediato riscontro delle sue azioni, sia se queste sono corrette, sia – come spesso avviene – se sono sbagliate. Un Uchi esperto può portare Shite principianti sul giusto sentiero. Sorprendentemente, anche l’Uchi esperto trae profitto da questa pratica, potendo approfondire gli aspetti di tempistica e ma-ai, che viceversa potevano essergli sfuggiti quando praticava come Uchi da principiante. Inoltre, praticare con chi non sa sempre precisamente cosa fare favorisce lo sviluppo della flessibilità della risposta, richiedendo una prontezza sufficiente ad adattarsi ad un’ampia varietà di azioni inattese poiché il kata è si una sequenza codificata di movimenti, ma finché questa non è appresa in maniera completa, c’è sempre la possibilità che il partner esegua una azione diversa da quella prevista. Tutto ciò fa parte dell’imparare ad essere Uke, le ukemi sono la più basilare abilità di Uke ma non l’unica da sviluppare e neppure le più difficili da sviluppare, percui ritengo che noi facciamo a noi stessi un cattivo servigio se insegniamo ad eseguire le ukemi ma non ad essere Uke.