Spesso molte persone mi hanno detto di pensare che il Karate fosse una specie di burla. Quando chiedevo perché, mi veniva risposto che secondo loro la pratica prevedeva solo una serie di spostamenti su e giù come robot, in posture molto basse, con una mano sempre piazzata sulle anche e l’altra impegnata in poco credibili parate o percosse.
Quello che costoro avevano visto era evidentemente la pratica basilare del Kihon, ed il meglio arrivava quando affermavano che quanto avevano visto non poteva essere impiegato in un combattimento reale. Quello che costoro non comprendevano è che la pratica individuale del Kihon non ha lo scopo di insegnare tecniche di autodifesa.
La pratica del Kihon aiuta inoltre a condizionare i muscoli impiegati nella difesa personale (che sono praticamente quasi la totalità di quelli di cui siamo dotati) ed in più, quando il Kihon viene studiato con un compagno, contribuisce a condizionare e fortificare il corpo nell’esecuzione di bloccaggi e percosse. Kihon significa “basico”, “elementare”, ed implica quindi che praticandolo ci si addestri alle basi della difesa personale; le tecniche studiate non sono specificatamente destinate alla auto-protezione ma la loro pratica conduce a conoscerne altre, che possono essere poi impiegate on maggior profitto nella difesa personale.
Per questo, senza un approfondito studio del Kihon, non si potrà mai imparare come difendersi efficacemente; il Kihon è solo una componente dello studio e della pratica del Karate, come lo sono il lavoro al sacco, le prese, il confronto col compagno e l’esecuzione dei Kata, e quindi, se continueremo a praticare il Kihon con costanza, constateremo che anche le altre parti del nostro addestramento ne trarranno beneficio.