"Si dovrebbe essere preparati ad affrontare il 99% degli attacchi nemici e guardare la morte dritta negli occhi per illuminare la Via."
Morihei Ueshiba
Per ironia della sorte, è nella attuale era moderna - in cui la rilevanza del combattimento a mani nude è assai scarsa – che le arti marziali vengono ancora confrontate tra loro considerando esclusivamente la loro efficacia in termini di autodifesa.
L’autodifesa è dopotutto un concetto egoista e non coincide con i più elevati valori dell’Aiki.
Ovviamente la protezione di sé stessi è uno degli aspetti principali di ogni arti marziale; tramite la loro efficacia in termini di autodifesa, queste si differenziano tra di loro come fossero dei diversi tipi di danza.
La teoria della autodifesa offre un contesto ed un significato ai movimenti delle arti marziali, ed il progresso del praticante può essere misurato in base alla sua capacità di applicazione. Per di più, una efficace arte marziale stimola meraviglia ed ispirazione in chi osserva in azione un praticante in grado di affrontare il pericolo di un confronto fisico; sia per la sua abilità di colpire anche un avversario più abile, nonostante la sua superiore capacità tecnica, che per il rigore dell’addestramento a cui si sottopone.
Durante lo stress di una battaglia, si manifesta la natura umana più profonda, e questo dimostra che c’è sempre un modo alternativo di affrontare anche quella che sembra essere una impossibile situazione di conflitto. C’è un posto dove le forze e le situazioni umane sono espresse in modo creativo, ed il carattere dei combattenti si rivela attraverso la loro condotta.
Benché l’autoprotezione sia uno degli scopi dell’addestramento, focalizzarsi solo su questa può limitare la possibilità di sperimentare i più alti valori del Budo; questo complica la pratica con l’esplorazione delle diverse possibilità di affrontare attacchi differenti e con la infinita sequela dei “cosa fare se...” ed inoltre aumenta l’attaccamento del praticante al mero aspetto fisico dell’arte. L’autodifesa in Aikido deve essere uno degli obbiettivi della crescita del praticante sino ad un certo punto, ma da lì in poi deve essere vista come un ostacolo verso ulteriori progressi.