Come premesso, riportiamo in grassetto il "kuden" di O'Sensei, seguito in corsivo da una traduzione più o meno letterale e poi da una sua breve spiegazione. Motivi di spazio e, soprattutto, la necessità che ognuno dei lettori ne percepisca il senso in base alle proprie capacità fanno si che la illustrazione di ogni "kuden" si riduca a poche righe, che vogliono essere solo una spiegazione indicativa e non certo esaustiva del pensiero di O'Sensei Ueshiba.
Chikara de motsu: "afferro con forza" (vigore), sottolinea la necessità che tutte le prese siano realistiche ed effettuate con la giusta energia.
Heso no ho kara zembu demasu: "ogni cosa esce dal vostro cordone ombelicale", si riferisce al paragone tra jo o ken e cordone ombelicale; così come il cordone è indispensabile al bambino, così chi sposta l'arma dall'allineamento con il seika tanden compie un errore e mette a repentaglio la propria incolumità.
Kata mo hiji mo koshi mo kimochi mo sagemas(u): "Spalla, gomito, anche e sentimento scendono come una cosa sola". Si riferisce al modo corretto di eseguire, ad esempio, morotedori kokyuho, in cui sia il corpo che la mente agiscono in sintonia tra loro.
Ken ga ten wo sasu uchu kara ki ga ken no naka ni hairimasu ato de hikari de terasu: "il ken crea un buco nell'universo, allora il ki dell'universo pervade il ken e lo rende luminoso e veloce, rapido come un fulmine". Si riferisce alla esecuzione di san no suburi, ovvero al terzo suburi con la spada.
Ki no nagare wa sandan kara: "Il ki no nagare inizia dopo sandan". Si riferisce al fatto che nella pedagogia di O'Sensei come poi trasmessa da Saito Morihiro sensei, la pratica delle tecniche ki no nagare dovrebbe iniziare dopo il grado di terzo Dan, con buona pace di chi vorrebbe "tutto e subito!". Naturalmente la cosa non è legata solo alla parte meramente fisica delle tecniche, ma alla necessità di perseguire una necessaria crescita spirituale del praticante, poichè chi non è ancora in grado di riconoscere e impiegare il proprio ki non può certo pensare di controllare quello altrui!
Ikkyo issho, irimi nage san nen: "praticate ikkyo per tutta la vita, quindi iriminage per tre anni per capire", ancora una volta viene sottolineata l'importanza dei principi che si studiano all'inizio della pratica: ikkyo e iriminage si cominciano a studiare al livello di gokyu ma sbaglia chi crede siano riservati ai principianti, al contrario sono tra i principi fondamentali dell'Aikido e solo continuando a studiarli ed approfondirli si può pensare di progredire nella pratica.
Koshi wo hiku ude wo nobatsu: "aprite le anche ed estendete le braccia in modo naturale". È un concetto fondamentale per sviluppare un buon ken no kamae nella pratica buki waza.
Masakatsu agatsu: "La vittoria su sé" Così il Fondatore intendeva che la vera vittoria è quella su se stessi, prima ancora che su un qualsiasi avversario.
Ookina boru wo mochiageru no kimochi de yarimasu: "Effettuate questo movimento come se afferraste una palla e la sollevaste in alto". È la frase utilizzata da Saito Morihiro sensei per spiegare il movimento di morotedori kokyuho (yon)
Sonaona kimochi de Aikido wo ayate: "Praticate l'Aikido con la sensazione di un bambino", ovvero senza malizia, pronti ad imparare e disposti ad accettare consigli e correzioni.
Suburi san nen: “praticate i suburi ogni giorno”, ovvero, "per migliorare servono tre cose: pratica pratica e pratica!"
Ushiro kiru kimochi de: si riferisce al sentimento di ruotare e tagliare all'indietro per eseguire correttamente shiho nage ura waza.