Cosa rende tale un buon insegnante?
Questa domanda è costantemente nella mia testa, essendo un insegnante di scuola. Ma parlando di arti marziali, quando noi affidiamo la nostra fiducia e decenni di addestramento nelle mani di una persona, come facciamo a sapere se questa è un buon insegnante o no?
Alcune persone affermano di riuscire a riconoscere un buon insegnante quando ne incontrano uno. Ah! un metodo basato sull’intuito e sul sentimento; dipendere dal nostro sesto senso per scoprire se abbiamo un buon insegnante. O forse questo reagirà alle sensazioni, a come mi sento dopo un allenamento, a cosa penso di questo insegnante. Io potrei apprezzare questo insegnante e forse questo è in fondo tutto quello che potrebbe importarmi, ma non ho ancora risposto alla domanda: è o no un buon insegnante?
Altre persone credono che dipendere solo dalle sensazioni ci acceca, ci impedisce di rilevare le eventuali carenze dell’insegnante. Come si usa dire, l’amore rende ciechi. Alcuni insegnanti sono davvero carismatici, anche se magari conoscono poco di quello che insegnano; sfruttano il loro fascino e noi ne siamo ipnotizzati, ma cosa in realtà stiamo imparando e cosa ci stanno insegnando?
Ho parlato con un mio studente che recentemente ha studiato presso un’altra scuola e quando ha chiesto all’insegnante quale stile di kenjutsu avesse imparato, questo gli ha risposto: “Oh, non preoccuparti, è tutta roba buona”. Ma l’insegnante aveva un bel taglio e aveva mostrato una affascinante tecnica in cui si passava rapidamente la spada da una mano all’altra. La spiegazione? Era una tecnica ideata per confondere l’avversario.
Così, torniamo all’argomento in esame, cosa rende tale un buon insegnante? Dall’esempio sopra riportato, ovviamente possiamo dedurre che la conoscenza dell’arte (esperienza)dovrebbe essere un fattore chiave; ma è solo questo quello che fa un buon insegnante? Sono certo che noi tutti abbiamo incontrato almeno una volta nella nostra vita un esperto nel suo campo (un carpentiere, un musicista, un artista, un medico) che conosceva profondamente la sua arte, ma che per una ragione o l’altra non riusciva ad insegnarla efficacemente ai suoi allievi. Questo fatto appare particolarmente frequente nelle discipline sportive nelle quali atleti dotati di talento come agonisti non riescono poi a diventare neppure allenatori discreti. Questi personaggio conoscono le regole dello sport, giocano da campioni eppure quando si tratta di insegnare ciò che fanno ad un gruppo di allievi, sono in difficoltà.
Ho conosciuto insegnanti che erano davvero abili e competenti nelle arti marziali da loro praticate e che non riuscivano a capire come mai gli studenti non riuscissero ad imparare e si sentissero frustrati per questo. Questi allora sminuiscono e rimproverano gli studenti, giustificando ciò col fatto che stanno provando a stimolarli, a farli diventare più resistenti, a spingerli a migliorare. Questi insegnanti urlano, gridano, commentano su quanto le tecniche di questi allievi siano scarse. Qualcuno forse lo fa per spingere gli allievi a “rompere il guscio”, spingendoli abbastanza spera di fargli superare rabbia e frustrazione, coltivano l’idea di aiutarli a migliorare da se stessi.
Bene, costoro affermano che il fine giustifica i mezzi. Se i loro allievi ottengono qualcosa e diventano abili, allora i rimproveri sono serviti allo scopo. Alcune persone ritengono che questo è un modo antico di insegnare e per qualche motivo questo dovrebbe giustificare le prepotenze, ma questo è un buon metodo di insegnamento?
Altri insegnanti possono rimproverare ed umiliare gli allievi con l’obbiettivo di mantenere l’ordine in classe, o per dimostrare chi sia il capo; questo è un buon metodo di insegnamento?
Allora, cosa fa un buon insegnante? Questa domanda ha preoccupato e continua a preoccupare chi svolge la professione di educatore. Per gli insegnanti di arti marziali questa è una questione di particolare importanza. Ricordate la nostra domanda relativa alla esperienza nell’arte e nella competenza di insegnamento? La maggior parte delle arti marziali non hanno corsi di studio separati, uno per sviluppare l’esperienza nella pratica dell’arte ed uno per migliorare la capacità didattica dell’insegnamento [Ad onor del vero, da qualche anno diverse federazioni di Arti marziali stanno affrontando questa lacuna dedicando sempre maggiori risorsi al miglioramento della didattica dei propri insegnanti, N.d.T.].
La capacità di insegnare è anche un’arte in sé. Questa è l’arte dell’insegnamento.
In molte arti marziali, si suppone che chi abbia conseguito un quarto o quinto dan, o abbia un equivalente livello d’esperienza, sia di conseguenza in grado d’insegnare. Ma è davvero così? Cosa rende tale un buon insegnante? Quali sono le buone pratiche di insegnamento? Cosa deve fare un insegnante responsabile e appassionato?
Personalmente, lavorando come insegnante nell’Ontario, vengo regolarmente valutato nella mia abilità di insegnante. Il Governo dell’Ontario ha elencato 16 competenze che gli insegnanti devono possedere, dividendole in cinque categorie. Un insegnante bravo e competente possiederà la maggior parte, se non tutte, queste competenze:
IMPEGNO VERSO GLI ALLIEVI E LA LORO ISTRUZIONE
1) L’insegnante deve dimostrare il suo impegno per il benessere e lo sviluppodi tutti gli allievi.
2) L’insegnante deve impegnarsi per insegnare al meglio e supportare l’apprendimento e la realizzazione degli alunni.
3) L’insegnate deve trattare tutti gli alunni con rispetto ed equanimità.
4) L’insegnante deve realizzare una situazione ambientale di insegnamento che stimoli gli allievi a diventare dei solutori di problemi, a prendere decisioni, a continuare ad imparare durante tutto il corso della propria vita e ad essere dei membri attivi di una società che cambia.
COMPETENZE PROFESSIONALI
5) L’insegnante deve conoscere la materia che insegna, i programmi scolastici e la legislazione relativa.
6) L’insegnante deve conoscere diverse modalità di insegnamento e valutazione.
7) L’insegnante deve conoscere diverse modalità di gestione della classe.
8) L’insegnante deve conoscere le modalità di apprendimento degli allievi ed i fattori che lo influenzano.
PRATICHE PROFESSIONALI
9) L’insegnante deve usare le proprie conoscenze professionali, la propria capacità di comprensione degli allievi, il programma, la legislazione, le metodologie di insegnamento e le strategie di gestione della classe per promuovere l’apprendimento degli allievi.
10) L’insegnante deve comunicare in maniera efficace con gli allievi, i loro genitori ed i propri colleghi.
11) L’insegnante deve effettuare la valutazione dei progressi degli allievi, valutare i loro progressi ed informare gli allievi dei risultati ottenuti.
12) L’insegnante deve adattare e migliorare le proprie modalità di insegnamento attraverso un addestramento continuo ed una riflessione costante, impiegando allo scopo diverse fonti e risorse.
13) L’insegnante deve usare degli strumenti tecnologici adeguati alle proprie modalità di insegnamento ed alle proprie responsabilità professionali.
LEADERSHIP NELLA COMUNITA’ DI INSEGNAMENTO
14) L’insegnante deve collaborare con gli altri insegnanti e colleghi di insegnamento per creare e mantenere una positiva comunità di insegnamento all’interno della classe e della scuola.
15) L’insegnante deve operare con professionisti, genitori e membri della società per migliorare l’apprendimento ed il progresso degli allievi ed i programmi scolastici.
APPRENDIMENTO PROFESSIONALE CONTINUO
16) L’insegnante deve impegnarsi in un apprendimento professionale continuo ed impiegarlo per migliorare le proprie metodologie di insegnamento.
(fonte: www.edu.gov.on.ca)
Questo articolo credo possa essere utile per gli insegnanti di arti marziali per esaminare il proprio bagaglio di competenze, per comprendere meglio cosa la professione di insegnante intende come insegnamento buono, responsabile e competente. E spero che questo approfondimento possa aiutare gli insegnanti che insegnano arti marziali a riflettere più approfonditamente sui loro metodi di insegnamento e sulle loro responsabilità.