L’immagine più esplicativa, che non so se sia stata ritratta in fotografia, è stata la pausa pranzo, vissuta tutti insieme, seduti in cerchio (guarda caso….) a chiacchierare del più e del meno, scambiandoci panini ed opinioni come vecchi amici, anche se con più di qualcuno ci si vedeva per la prima volta. Quando ognuno decide di mettere da parte egoistiche individualità, supposte primogeniture e arroganti “ipse dixit” il risultato è quello di incontrarsi intorno ad un minimo comune denominatore che diventa la base robusta e affidabile su cui costruire un lavoro comune, senza per questo rinunciare alle peculiarità della propria didattica o del proprio stile di riferimento.
Aikikai, Buikukai, Iwama Ryu; tre didattiche che spesso qualcuno vuole “nemiche” ed inconciliabili e che invece, almeno in questo caso, hanno praticato d’amore e d’accordo, anche e soprattutto per merito di chi – come il M° Tino Costa – ha partecipato all’incontro offrendo la sua esperienza pur senza risultare “ufficialmente” tra coloro che avevano l’onore e l’onere di dirigere le varie sessioni di pratica. Servirebbe a poco ripercorrere ora il programma svolto o evidenziare gli “highlights” dei diversi insegnanti; quello che credo sia importante sottolineare è che – aldilà delle tante diatribe da tastiera – le cose si fanno se e quando si possono, ma soprattutto si vogliono fare, e che i buoni propositi rimangono solo parole se non si da loro un seguito concreto. Non serve progettare megariunioni o eventi eccezionali, a mio avviso; molto più importante e proficuo è dare attuazione a quei passi apparentemente piccoli e timidi, ma che costituiscono però inizio e sprone per un cammino lungo e fruttuoso.
La speranza è che siano sempre di più quelli che decidono di “mettersi in gioco”, per confrontarsi, non tanto per imparare o insegnare qualcosa di nuovo, quanto piuttosto per rinvigorire e rasserenare un panorama dove troppo spesso le invidie, i rancori ed paraocchi di pochi hanno frenato gli entusiasmi di molti.