Una delle più famose Scuole di scherma tradizionale giapponese è senz’altro la Ono ha Itto-ryu creata, intorno al 1580, da Ono Tadaaki (1565-1628). Essa è una branca della scuola Itto-ryu, ed è una tra quelle che maggiormente hanno influenzato il Kendô moderno, sia dal punto di vista tecnico che filosofico/spirituale. La Ono ha Itto-ryu è praticata, come vuole la tradizione giapponese, nella forma dei kumi-tachi, forme preordinate di combattimento con la spada in cui vengono utilizzati dei robusti bokken o bokuto (letteralmente: “spada in legno”), ovvero imitazioni di legno della katana, di cui conservano la forma, la bilanciatura e, nel caso di alcune scuole, anche il peso. Nella pratica della Itto ryu si adottò un bokken particolarmente robusto e non molto curvo poiché la tecnica principale di questa scuola è "kiriotoshi", che prevede impatti particolarmente violenti tra le spade. Il legno di costruzione più comune è la quercia, ma frassino e ciliegio sono parimente utilizzati. Ricercatissimi, e costosi, sono i bokuto in biwa (nespolo giapponese), particolarmente apprezzati dai praticanti per il colore naturale, la robustezza, lo straordinario bilanciamento.
La Ono ha Itto-ryu fu fino alla restaurazione Meiji (1868) la scuola di kenjutsu degli shogun e poiché il clan Aizu era al servizio degli shogun Tokugawa, la Ono ha Itto-ryu era di conseguenza lo stile di spada studiato da questo clan. Sokaku Takeda, soke della Daito Ryu Aikijujutsu, lo apprese da Toma Shibuya nel Dojo Yokikan e lo inserì nel curriculum della Daito Ryu. La decisione fu dettata dalla perdita di gran parte dei kata originali dello stile di scherma della Daito Ryu a causa della decimazione subita dal clan Aizu e dalla constatazione che lo stile e lo “spirito” della Ono ha Itto-ryu erano molto simili a quelli della Daito Ryu. Takeda Sokaku era uno schermitore invincibile, soprannominato "il Tengu di Aizu" (il Tengu è una sorta di diabolico spiritello, molto esperto nelle arti marziali, frequente nei racconti giapponesi) e diede molto spesso prova della sua maestria, uscendo vincitore anche da confronti che lo vedevano contrapposto a più di un avversario contemporaneamente.
Come nel caso di molte Scuole tradizionali, la storia della Ono ha Itto-Ryu è ricca di episodi a metà tra realtà e leggenda, che proviamo a riassumere a grandi linee. Già l'origine della Itto ryu è avvolta nel mistero e parte dal mare, alla metà del XVI secolo: nella provincia di Izu venne ritrovato, esangue, un ragazzino di poco più di una decina d'anni naufragato sulla spiaggia. I contadini del luogo, pur non adottandolo, lo aiutarono dandogli del cibo e vestiti, e gli diedero il nome di Yagoro. Questi, che usava come casa il locale tempio Shinto, si allenava furiosamente giorno e notte con crudi bastoni e rami di legno, nell'incredulità della gente - che proprio per questa sua ferocia lo cominciò a chiamare Shimaoni, ovvero “Orco dell'Isola”. Il duro addestramento portò i suoi frutti quando il ragazzo, utilizzando la spada votiva custodita nel tempio, respinse l'attacco di sei banditi che depredavano il villaggio. Gli abitanti del villaggio decisero allora di regalargliela come dono d'addio quando Yagoro partì, poco dopo, per il suo viaggio di apprendimento dell’arte della spada. Il primo luogo che visitò era il famoso tempio di Hachiman (protettore delle arti marziali) Tsurugao-ka-Hachiman-gu. Lì si allenò per una intera settimana senza sosta nella speranza di ottenere l'illuminazione - che in effetti ottenne, anche se non nella maniera mistica che sperava. Durante la sera dell'ultimo giorno Yagoro percepì come un sentore di morte e, senza pensare, colpì all'improvviso un bandito che gli si stava avvicinando alle spalle, uccidendolo. L'istinto fu, dunque, il suo primo Maestro, da cui trasse una profonda lezione: ogni attacco è contemporaneamente una difesa, e viceversa, principio su cui si basa il kiri-otoshi e che è alla base della filosofia della Scuiola. Ma per mettere a frutto il suo innato talento il ragazzo aveva bisogno di un vero sensei che formalizzasse il suo metodo di addestramento ed affinasse la sua tecnica; lo trovò in Jisai Kanemaki della scuola Chujo ryu, famosa al tempo sia per la grande abilità del fondatore Toda Seigen nella spada corta (kodachi) sia perché fu la principale scuola di Sasaki Kojiro detto Ganryu, che fu uno dei più celebri avversari di Miyamoto Musashi.
Jisai Kanemaki lo accolse subito ma, dopo appena 4 anni di studio, Yagoro pretese, con estrema sfrontatezza, di ricevere i segreti (okuden) della scuola Chujo. Kanemaki sensei lo rimproverò per la sua arroganza e decise di dargli una severa lezione sfidandolo con il bokuto ma, con sua estrema sorpresa, venne battuto per ben tre volte consecutive dal giovanissimo allievo. Incredulo il Maestro chiese quale fosse il suo segreto, e Yagoro gli disse: “La mia mente è tesa contemporaneamente all'attacco ed alla difesa. E' vano il desiderio di vittoria, evitare di essere colpiti è l'essenziale.” Jisai Kanemaki capì e lo iniziò allora ai segreti della sua Scuola, appresi i quali Yagoro partì nuovamente per continuare il suo musha-shugyo (viaggio di apprendimento). Egli però, cresciuto senza educazione da un gruppo di pescatori e contadini, era rozzo e sgarbato, molto superbo e sfrontato, anche e soprattutto a causa della sua grande abilità nella spada. Tuttavia, durante il suo vagabondare accadde un episodio che cambiò profondamente il suo approccio alla vita: in una locanda a Kyoto, dopo aver trattato con sprezzante alterigia un gruppo di avventori, si ritirò nella propria stanza con una donna ed abbondante sake. All'improvviso, però, avvertì una strana sensazione di pericolo e si accorse che gli avventori di prima gli avevano teso un agguato con la complicità della donna; con estrema difficoltà e con una buona dose di fortuna riuscì ad ucciderli ma comprese che a causare quell'incidente e quelle morti inutili erano stati l'alcol, l'eccessiva fiducia in una donna, e soprattutto il suo comportamento e le sue parole: questo lo fece profondamente riflettere.
Da allora il suo atteggiamento mutò profondamente e divenne un uomo silenzioso, cortese e riflessivo: dall'unione del Chujo-ryu e delle moltissime esperienze personali creò allora la tecnica fondamentale dell'Itto-ryu, il kiri-otoshi, che consiste nel difendersi ed attaccare nello stesso istante tagliando la linea centrale del nemico. Il suo motto era “itto sunawachi banto” (da una tecnica nascono mille tecniche) e pertanto chiamò la sua Scuola Itto ryu (Scuola dell’Unica Spada), cambiando persino il suo nome in Ito. Ittosai ricominciò a vagabondare, ma questa volta si univano a lui via via sempre più numerosi studenti. Ne ebbe tantissimi, ma nessuno sembrava degno di succedergli nella scuola. Il più bravo era un ex-barcaiolo, rozzo e violento, di nome Zenki, che lo aveva sfidato ed era stato duramente battuto e che, come spesso accadeva in questi casi, cominciò a seguirlo per imparare la sua Arte. In questo periodo Ittosai combattè e vinse in 33 duelli con la modalità del shinken shobu, (duelli con spade affilate). Di questi i più duri furono un agguato teso da più di 40 discepoli del Yamamoto Muhen-ryu che si volevano vendicare della recente sconfitta del loro Maestro, ma che invece furono tutti colpiti senza pietà dalla spada di Itto. L'altro, nel 1578, fu uno scontro con un esperto di alabarda cinese, il Maestro Shiguan, che era stato notato da Zenki a Misaki mentre dimostrava un'incredibile abilità roteando la sua enorme arma alla ricerca di sfidanti.
Benchè ammirasse l'abilità e la potenza di Shiguan, in un primo momento Itto decise di affrontarlo solo con un tessen (un ventaglio da guerra), ma tuttavia si presentò al duello addirittura completamente disarmato e vinse schiacciando a terra con un piede l'alabarda del cinese al momento del suo attacco. Ito Ittosai fu anche, per un breve periodo, vassallo del primo unificatore del Giappone durante il Sengoku Jidai, Oda Nobunaga, che ammirava la sua maestria nel combattimento. Col passare del tempo Zenki, forte del fatto che era in grado di battere il Maestro Itto una volta su tre, cominciò però a pretendere di essere iniziato ai segreti della Scuola: era una richiesta assurda, a cui Itto rispondeva però solo col silenzio, senza negare nè accondiscendere. Durante uno dei suoi tanti viaggi alla ricerca di forti sfidanti con cui misurarsi, Itto giunse ad Okamoto, dove un burbero samurai di Awa, Mikogami Tenzen, accettò la sua sfida. Questi assunse la guardia destra chiamata into mentre Ittosai prese semplicemente un tizzone ardente dal fuoco e glielo puntò al volto: con questo semplice legno Ittosai vinceva continuamente contro il giovane samurai, di cui rimase tuttavia colpito, tanto da accoglierlo come discepolo.
Per imparare la Itto ryu, Tenzen diventò un ronin lasciando il Daymio di Awa, che però lo riassunse finito l'addestramento con il severo Ittosai. Nel 1588 Ittosai decise che era giunto il momento di ritirarsi e scegliere un successore: visto che entrambi i suoi migliori discepoli, Zenki e Tenzen, desideravano succedergli, egli stabilì che avrebbero dovuto affrontarsi in un duello mortale per ottenere i segreti dell'Itto-ryu. La sera i tre si scambiarono le coppe di sake in reciproco addio e la mattina successiva si ritrovarono, all'alba, in un ampio campo incolto, a Koganegahara. Ittosai depose il maki (rotolo) dei segreti di Itto-ryu in mezzo al prato, tra la sua spada ed il ventaglio da guerra - proprio in mezzo ai due discepoli - e si sedette lì vicino, dando inizio allo scontro. Zenki e Tenzen si fronteggiarono per interminabili ore, immobili, nel vivo silenzio della campagna, pronti ad uccidersi al minimo movimento: alla fine i nervi di Zenki cedettero ed egli corse a raccogliere il maki ma, in quel momento, Tenzen lo tagliò in due con un solo colpo e divenne così il secondo Soke della Itto ryu, cambiando il proprio nome in Ono Jiroemon Tadaaki. L'anziano Maestro Ittosai, si rase il capo e partì ritirandosi nelle montagne, scomparendo senza dare più notizie di sé. Ono Tadaaki si recò ad Edo e lì apri un vero e proprio Dojo, dove praticava ed insegnava la Itto ryu con regolarità - ma la vera fama lo raggiunse quando uccise nella vicina cittadina di Hizaori un ex-samurai che, divenuto predone, aveva ucciso diverse persone e si era barricato dentro una casa massacrando una prima squadra di samurai mandata a catturarlo. La voce di questa sua prodezza - e della sua fredda abilità - giunse sino a Tokugawa Ieyasu - lo Shogun - che lo nominò hatamoto (il più alto rango dei dignitari) e gli concesse una rendita perpetua di 200 koku (un koku era la quantità di riso pari a sfamare un uomo per un anno). Ono venne inoltre designato quale Maestro d'Armi shogunale e gli fu affidato direttamente il figlio dello shogun, Hidetada che però lo odiava per i suoi metodi di insegnamento molto duri.
L'intrinseca durezza della Itto ryu accentuava il burbero carattere di Ono Tadaaki, che nel corso della sua vita subì numerose e dure punizioni da parte dei Tokugawa, nonostante questi ammirassero il suo valore ed apprezzassero i suoi servigi. Tadaaki, rimase sempre severo ed austero nell'insegnamento, nonostante le punizioni ed a prescindere dalla importanza suoi allievi e morì, ormai anziano, a Narita nel 1628. Gli successe il figlio Ono Tadazune, che cambiò il nome della Scuola in Ono ha Itto ryu e, rispettando gli insegnamenti paterni, non utilizzò mai strumenti di allenamento moderni quali lo shinai o l'armatura. Sviluppò anzi gli enormi guanti di cuoio, chiamati Onigote che, come detto, caratterizzano la pratica di questa Scuola, in maniera di poter sferrare colpi a piena potenza mantenendo l'uso del solido bokken, pratica che permetteva di non perdere il vero spirito marziale dell'arte ed il senso del kiri (taglio), anche in tempo di pace. La Ono ha Itto ryu rimase nella famiglia fino all'epoca di Ono Tadakazu, quarto Soke, che trasmise l'arte a Tsugaru Echigo-no-kami Nobumasa, ed in seguito venne tramandata in parallelo dal 1800 nelle famiglie Tsugaru e Yamaga, che continuarono a insieme la trasmissione dell'arte fino alla fine del XIX secolo quando si divise in seguito ulteriormente nei due tronconi paralleli della famiglia Sasamori e del clan di Aizu. Da quest’ultimo la apprese Takeda Sokau sensei che, come detto, la inserì nel curriulum della Daito Ryu, dove ancora oggi viene regolarmente insegnata, arricchita di alcune varianti denominate Takeda-den. Dalla Scuola principale della Itto Ryu, oltre alla Ono-ha si derivarono anche altre Scuole, tra cui possiamo ricordare la Mizoguchi-ha Itto Ryu, fondata dal Maestro Mizoguchi Shingoemon Masakatsu, allievo del secondo Soke dell'Ono-ha, figlio di Ono Tadaaki. Questo stile è stato caratterizzato dalla sua influenza all'interno del clan Aizu e sembra che in questo passaggio siano avvenute fusioni e commistioni che hanno fatto perdere l'originalità e la metodica di insegnamento del sistema, approdando ad una frammentazione e perdita dello stile all'interno del clan stesso.
Altro Stile derivato dalla Ono-ha è il Nakanishi-ha Itto Ryu, che è quello che mantiene la più stretta relazione con la Ono-ha ed è stato fondato da Nakanishi Chuta Tanesada, che studiò con i maestri di V° e VI° generazione della Ono-ha. In questo stile venne introdotto per il primo il bogu, l'armatura da Kendo odierna. Il Kogen Itto Ryu è il risultato di una fusione tra il Mizoguchi-ha e la scherma della famiglia Henmi ed ha un curriculum composto da 25 kata di spada e 5 di naginata, che sembrano essere comuni allo stile del Toda-ha ryu. La Hokushin Itto Ryu, fondata da Chiba Shusaku Narimasa è una Scuola minore fondata alla fine del periodo Edo, mentre la Itto Shoden Muto Ryu è la Scuola più recente e meno praticata, anche perchè molto severa, il cui fondatore è Yamaoka Tesshu, uno degli ultimi grandi schermidori del 1800, legato anche allo zen e alla calligrafia.