La mitologia occidendale ha tramandato ai posteri la memoria di spade quasi magiche, dalla Durlindana del paladino Orlando alla Excalibur di Re Artù; in maniera diversa anche in Oriente la spada è qualcosa di più di una semplice arma; infatti, secondo il “bushido” (il codice di onore dei Samurai), nei periodi di guerra le spade sono lo strumento mediante il quale il pensiero dei samurai si concretizza in azioni. I professionisti della guerra si impegnano quindi a perfezionarle, decorarle e definirne le norme d'uso affinché la loro bellezza esteriore ne rispecchi la nobiltà dell'impiego. La spada simboleggia l'anima stessa del samurai e perciò è un oggetto sacro e prezioso. Solo ai samurai è consentito portare la sciabola lunga (katana) e quella corta (wakizashi). In coppia queste armi sono chiamate “daisho”. Le spade sono tradizionalmente costituite da vari pezzi: la lama (to), l'impugnatura (tsuka), la guardia (tsuba), il fodero (saya). Inoltre le katana vengono nominate diversamente a seconda del loro periodo di forgiatura: ovvero “Koto” (spade antiche fabbricate dal 900 al 1530), “Shintô” (spade nuove fabbricate dal 1530 al 1897) o “Shin-shintô” (sciabole nuovissime fabbricate dopo il 1867). La spada in Giappone è considerata come un “Kami” (divinità) e per questo può dare la vita e dare la morte, quindi le si attribuiscono molti poteri soprannaturali. Gli ideogrammi cinesi “chien”, per la spada a doppio taglio e “tao” per la spada ad un taglio costituiscono quasi sicuramente quelli giapponesi di “ken” e “to”, che pronunciati insieme indicarono ogni tipo di spada in Giappone. Secondo la leggenda è al tempo dell'imperatore Mommu (697-698) che venne inventata la katana, destinata a diventare l'arma più usata dai guerrieri giapponesi e che nessun altro paese al mondo è mai riuscito a riprodurre. Le prime spade furono forgiate da cinesi e coreani, solo in un secondo tempo, IX secolo, con l'affermarsi della classe dei samurai il Giappone sviluppa una propria tecnologia di lavorazione dell'acciaio temperato. Il fabbro era molto importante per la fabbricazione delle spade, era da lui che l'arma riceveva tutte le caratteristiche importanti e spirituali che ne caratterizzavano l'importanza, non occorreva solamente abilità tecnica del forgiare, ma il fabbro doveva possedere qualità spirituali che infondeva nella spada da lui costruita, non per niente il fabbro era spesso di nobile origine e doveva condurre un'esistenza pacata e dignitosa, quasi religiosa, attenendosi a precise regole comporta-mentali nel rito della creazione della katana. Ogni famiglia di forgiatori aveva tecniche personali che venivano gelosamente tramandate in generazione in generazione. I figli dei samurai ricevevano in eredità, dopo la morte del padre, la sua katana, ma la poteva utilizzare solo dopo il quindicesimo anno d'età. In attesa di quel momento, i figli dei samurai che avevano meno di quindici anni si potevano riconoscere perché portavano un altro tipo di spada, la “mamori-gatana”, che era più un talismano che un'arma. Il samurai non si separava quasi mai dalle sue due spade, solo in occasioni speciali quali visite ed incontri o quando si recava nelle case da te, doveva per forza fare a meno della spada grande (katana), ma poteva però tenere la spada piccola (wakizashi) detta per questo "la guardia del suo onore".
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Marzo 2017
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