• Collana: Oscar varia
• Data di Pubblicazione: 1999
• ISBN: 880444245X
• ISBN-13: 9788804442455
Ancora una volta la collana degli “Oscar” si conferma una preziosa fonte di testi interessanti offerti ad un prezzo contenuto e con una qualità grafica complessiva più che buona. Dopo i classici del passato, parliamo questa volta di un libro scritto da un moderno praticante occidentale, che tratta uno degli argomenti forse più ostici in assoluto. Quelle che possono sembrare delle limitazioni, nello spirito delle arti marziali (è proprio il caso di dirlo!) diventano dei vantaggi; l’essere un moderno occidentale consente evidentemente all’autore di immedesimarsi nei suoi lettori e di affrontare l’arduo compito della sua opera impiegando termini e concetti più vicini al nostro modo di pensare, rinunciando un po’ alla immaginifica intuitività propria dell’Oriente senza per questo svilire o banalizzare gli argomenti trattati. • Editore: Mondadori
Un libro assolutamente consigliato tanto al principiante quanto al praticante esperto insomma, che sicuramente offrirà spunti di riflessione e continuerà ad essere interessante anche nelle letture successive, in virtù del continuo approfondimento della “conoscenza individuale” di ciascuno dei concetti trattati da parte del singolo praticante, dovuto al tempo ed alla esperienza via via accumulata. Il libro illustra una quarantina di “concetti base” delle arti marziali, da quelli più pratici a quelli più spirituali, presentandoli con la calligrafia del loro
Per i più curiosi, le calligrafie proposte sono le seguenti:
Bu: marziale Keiko: il processo di addestramento Sabaku: movimento Kata: forma, l'architettura del significato Ryu: la tradizione Shi: il maestro Dan: il grado del praticante esperto Heiho: princìpi di guerra, princìpi di pace Oku: i segreti Ki: energia Shin: la mente Ken: la spada Iru: entrare Hyoshi: la scelta di tempo Kan: percezione Ju: cedevolezza Den: la trasmissione della tradizione Fudo: l'irremovibile divinità Wa: armonia Omote/ura: esterno/interno | Te: mano Kamae: posizioni di combattimento Yoyu: margine critico Hara: il centro Uke: ricevere Kyu: i gradi del novizio Tan: forgiare Gei: la coltivazione dell'arte Kage: ombra Zan: perseverare Sha: il praticante Myo: il miracoloso Rei: etichetta Ma: spazio Ku: vuoto Furyu: vento e acqua I: intento Shugyo: austerità Hodoku: compassione In e Yo: dualità della Via |
Quando un bugeisha parla del suo periodo di istruzione, può usare un’espressione in cui dice di aver “condiviso la materassina” con il maestro per il numero di anni che ha passato ad apprenderne gli insegnamenti. Con questo concetto indica una relazione così stretta che il maestro e l’allievo rimangono letteralmente fianco a fianco, condividendo lo spazio di una singola materassina, o tatami. L’insegnante ha trasmesso la sua abilità e le sue conoscenze “direttamente”, intimamente.
Den significa “trasmissione”. La parola viene scritta contraendo i tratti necessari per scrivere “persona” e “rotazione”, delineando così un’immagine di un individuo che apprende e poi porge la conoscenza ad altri. Il giapponese le tecniche conservate nelle pergamene scritte cono chiamate densho, il den “scritto” (sho). Kuden sono le conoscenze trasmesse oralmente attraverso kuchi, la “bocca”. Le nozioni rivelate per via soprannaturale dalle divinità scintoiste o buddhiste sono “shinden”, trasmissioni divinamente ispirate, una parola che appare nei nomi di molte scuole marziali, come la scuola di scherma Muso Shinden.
Sebbene il den di una scuola marziale possa essere registrato su pergamena o espresso verbalmente, coloro che non appartengono alla scuola hanno poche possibilità di coglierne il vero significato pratico. Tali istruzioni spesso consistono in vaghi riferimenti o aforismi simili a indovinelli. “La libellula illumina sempre il palo” è il den di una scuola. “Allineati all’onda di una barca in navigazione” recita quello di un’altra. Questi criptici assiomi sono sufficienti ad esprimere profondi segreti perché il bugeisha che li ascolta dopo essere stato istruito ha trascorso un lungo periodo di tempo a studiare con il suo maestro. Essi, maestro e allievo, condividono il gergo della loro scuola, oltre a esperienze similari nella azione fisica che essa richiede. Il den, per quanto oscuro possa apparire all’estraneo, ha un significato per l’iniziato ed il suo maestro perché i due hanno affrontato il severo processo di allenamento insieme. Condividono una capacità di comprensione del den perché hanno condiviso la materassina.”
Volete un difetto? Purtroppo in Italia è oramai un volume praticamente fuori catalogo, quindi può essere acquistato solo usato oppure ricorrendo ad edizioni straniere quindi, se vi capita una copia sottomano in qualche bancarella o in una asta online, non fatevi sfuggire l’occasione!