Mostrare agli altri, dimostrare a sé stessi (ovvero: perché facciamo quello che facciamo?)12/20/2015 Stamattina alcuni praticanti del nostro Dojo hanno partecipato ad un evento pubblico che vedeva la presenza di molte altre discipline marziali e sportive; un momento prezioso per confrontarsi con gli altri ma anche con sé stessi, a mio avviso. Al termine di qualche ora di pratica condivisa, non posso che essere contento di aver speso così questa mattinata, e questo per una serie di motivi personali, ma che vorrei condividere con la speranza di stimolare ulteriori riflessioni in chi leggerà queste note. Premetto subito che sarei stato felice se la partecipazione del nostro Dojo fosse stata più numerosa; gli assenti avevano certamente un valido motivo per non esserci e non voglio assolutamente farli sentire “colpevoli” per questo; spero di tutto cuore che il tempo speso da loro in altri impegni sia stato tanto proficuo quanto è stato per me. La prima riflessione che faccio e che vorrei che anche gli altri facessero è proprio questa; chiedersi, sinceramente e onestamente, perché si è voluti essere presenti e perché invece si è deciso di non esserci; la risposta è dovuta solamente a sé stessi e – per quanto mi riguarda – è illuminante nel chiarirsi sugli obbiettivi e sulle motivazioni della pratica in Dojo. Ripeto e ribadisco, nessuno si senta accusato di “alto tradimento” per la assenza perché so che ognuno riteneva di avere validissimi motivi per non esserci; la riflessione dovrebbe essere più generale e complessiva, e posso assicurare che più a disagio ci si sentirà nell’affrontarla e più utile questa sarà alla fine, il che è poi vero per qualunque pratica si affronti. Valga a confermare questo invito all’analisi la consapevolezza che di ogni situazione dobbiamo saper cogliere tanto il lato evidentemente “omote” che quello più “ura” più nascosto, il luminoso “yang” e l’oscuro “Yin”, l’apparente punta dell’iceberg che spunta dal mare e la ben più corposa massa subacquea che permette a quella superiore di apparire: ad osservare la nostra esibizione c’erano – tra gli altri – un allievo praticante di Aikido ed un altro praticante di Tai Chi Chuan e Pa Kua: entrambi hanno visto la stessa cosa, ma ciascuno ha tratto dall’osservazione riflessioni diverse in base alla propria esperienza.
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XII° Stage Tecnico Nazionale della Wudang Fu Style Association - Lignano, 25 - 28 Settembre 20149/29/2014 Il Tai Chi Chuan, antica Arte marziale cinese del Movimento e di lunga Vita, ha la particolarità di unificare il corpo fisico, il respiro e lo stato emotivo tramite movimenti lenti ed armoniosi che consentono di praticare alla ricerca dell’Equilibrio fisico ed interiore. Il Tai Chi Chuan è una arte marziale “interna” che è sempre più apprezzata nell’universo delle discipline del corpo e della mente per la sua particolare efficacia, che deriva dal suo essere una disciplina psicofisica completa, una sorta di “Yoga in movimento”, nata secoli fa nei monasteri taoisti cinesi. Il Tai Chi Chuan viene anche definito “pratica di lunga vita” poiché apporta equilibrio, energia e nuova forza vitale. Attraverso i suoi movimenti dolci e lenti, indicati per praticanti di qualsiasi età, si impara a conoscerci meglio mentalmente e fisicamente, sciogliendo ed eliminando contratture e blocchi energetici ed acquisendo intuito, chiarezza e serenità. Oramai quasi maggiorenne, il tradizionale Stage Tecnico Nazionale della Wudang Fu Style Federation si conferma come un appuntamento irrinunciabile per insegnati e praticanti del “Vecchio stile Fu” che vede nel M° To You il caposcuola che ha trasmesso gli insegnamenti ed i principi dell’Arte di Fu Chen Song. Svoltosi a Sperlonga dal 26 al 29 settembre e diretto dal M° Severino Maistrello, nominato successore diretto del M° To You, lo Stage si è svolto con la classica impostazione del “Gasshuku”, incontro durante il quale i partecipanti hanno la possibilità di stare a contatto diretto e continuo tra loro e tra i loro insegnanti, praticando, mangiando e dormendo tutti insieme nello stesso luogo. Nello stupendo scenario del golfo di Gaeta si è tenuto dal 26 al 29 settembre 2013 lo stage tecnico nazionale di Tai Chi Chuan e Qi Gong Chi Kung della Wudang Fu Style Federation diretto dal M° Severino Maistrello. Nel corso dell’incontro si è approfondito lo studio dell'Arte del Tai Chi e del Qi Gong come vengono praticati dai Taoisti fin dall'antichità. I Taoisti hanno sempre considerato che le Arti che favoriscono il risveglio spirituale, la salute, ed il benessere possono migliorare la qualità della vita di tutti i giorni. Rigenerarsi nella natura per meglio sopportare la città ed i suoi inconvenienti, fare una provvista di energia vitale, intellettuale e fisica non è più un lusso, ma una necessità attuale. Queste tecniche, che nutrono ed armonizzano l'energia vitale, sono usate da millenni come pratica di “lunga vita” e come prevenzione e mantenimento della salute. Corso di aggiornamento istruttori Metodo Globale Autodifesa della F.I.J.L.K.A.M. diretto il 7 giugno 2013 a Bari dal M° Giulio Valente, con il M° Nicola De Bartolo ed il M° Marcello De Vivo.
Grazie al M° Pippo Di Raimondo per le immagini (e non solo...) |
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